Rispetto agli anni passati il numero degli incarichi di presidenza è considerevolmente lievitato. Si calcola che più di un terzo degli istituti scolastici, dall’anno scolastico che si sta aprendo, sarà affidato a docenti incaricati di svolgere le funzioni di dirigente scolastico.
Questo a causa dei normali annuali pensionamenti, ma soprattutto per la mancata emanazione del bando dei concorsi, ordinario e riservato. Sono, ormai dodici anni che non vengono banditi concorsi a preside e più di sei a direttore didattico.
L’amministrazione scolastica, fino ad oggi non si è ancora attivata per avviare l’iter del concorso pur avendo dato in più di un’occasione l’impressione di voler bandire i concorsi.
Il ritardo è divenuto insostenibile oltre che ingiustificato e sicuramente lesivo degli interessi dei diritti degli interessati tra i quali quelli dei presidi incaricati da molti anni scolastici e degli aspiranti in possesso dei titoli.
Sono venute meno ormai le ragioni che avevano giustificato i ritardi dell’amministrazione scolastica nell’emanazione del bando tra le quali la razionalizzazione della rete scolastica, la modifica della procedura di selezione e la definizione del nuovo status di dirigente scolastico tanto che il comportamento dell’amministrazione scolastica è da ritenersi sicuramente ingiustificato.
Pur senza essere in discussione la prestazione dei dirigenti incaricati, la maggior parte dei quali ha assolto ai compiti con competenza, è fuor di dubbio che la precarietà della loro posizione rappresenta una remora all’esercizio pieno delle funzioni sempre più complesse per l’implementazione dell’autonomia e le trasformazione della scuola in direzione del federalismo scolastico.
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