Una storia triste e alquanto contorta quella di un ragazzo di tredici anni morto sette anni fa dopo essere precipitato dalle scale di un istituto privato di Roma. Come riporta Il Corriere della Sera sono stati rinviati a giudizio il coordinatore scolastico, il responsabile della sicurezza e il dirigente scolastico.
“Un genitore che porta il figlio a scuola vuole vederlo tornare vivo”
Non luogo a procedere, invece, grazie anche all’imminente prescrizione, per il professore della classe a cui era affidato il ragazzino nel momento della tragedia. Si è dovuti passare attraverso due opposizioni alla richiesta di archiviazione della Procura per arrivare alla decisione, anche se la data della prima udienza è fissata solo a settembre dell’anno prossimo.
“Nell’emozione di questo momento e nella moderata soddisfazione per la decisione, resta l’amarezza per questa ennesima lungaggine della giustizia — dice all’uscita dall’aula il padre del ragazzo —. Un genitore che porta il figlio a scuola vuole vederlo tornare vivo, glielo affida nelle uniche ore in cui non è con lui e avevamo scelto questo istituto privato a pagamento anche per avere maggiori garanzie”.
Per la scuola si tratta di suicidio
“Ancora oggi la scuola ha provato a far passare la tesi del suicidio senza alcun rispetto per noi e per la verità dei fatti — dice la madre —. Il processo potrà ora far luce su tanti aspetti sempre trascurati, a partire dalle testimonianze mancanti o parziali, dalla ricerca di chi era con lui, o di plausibili ipotesi alternative date dalla incerta presenza di una sedia e dalla scarpa incastrata nella ringhiera. Hanno anche provato a scaricare su noi le colpe parlando di un divorzio mai avvenuto. Ma non vogliamo risarcimenti, solo verità”.
La carenza di norme e strutture che potessero garantire l’adeguata sicurezza degli alunni è stata comunque accertata: la ringhiera “scalabile”, la mancanza di un piano dettagliato per il deflusso delle classi, l’assenza di presidii di vigilanza nei punti più a rischio.
Il 13enne risalì un piano e cadde da una balaustra in circostanze mai chiarite mentre 90 studenti uscivano per la ricreazione. Erano affidati a un unico professore che però era già in cortile.