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Autonomia differenziata, Mattarella si prenderà il “giusto tempo”: legge complessa. Don Ciotti: la Costituzione unisce, non differenzia

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L’Autonomia differenziata non è solo una legge super contestata da opposizione politica e da diversi governatori, ma è anche “un provvedimento complesso”: così commentano dagli uffici del Quirinale il disegno di legge Calderoli approvato in via definitiva il 19 giugno alla Camera, dopo il precedente via libera del Senato, a cui per entrare in vigore manca proprio la firma del presidente della Repubblica. E sembra che Sergio Mattarella, sottolineano sempre dal Colle, si prenderà il “giusto tempo” per esaminare il disegno di legge attuativo di una riforma costituzionale del 2001, il cosiddetto Titolo V e che in 11 articoli ne definisce le procedure legislative e amministrative. In pratica, il ddl definisce le intese tra lo Stato e quelle Regioni che chiedono l’autonomia differenziata nelle 23 materie indicate nel provvedimento.  

Dal Quirinale trapela, scrivono le agenzie di stampa, che “l’esame è appena cominciato” e sarà certamente accurato, anche se si sottolinea che il presidente gli dedicherà “lo stesso scrupolo e la stessa attenzione che ha per ogni provvedimento”. L’impressione è che l’esame del ddl potrebbe non realizzarsi nel breve periodo. Anche perché continuano ad essere una realtà tutt’altro che archiviata quella del referendum abrogativo e del ricorso alla Corte Costituzionale.

“L’equilibrio territoriale è un fattore cruciale di equilibrio sociale”, disse solo lo scorso 12 giugno, aggiungendo che “questo divario frena lo sviluppo nazionale nel suo insieme”.

Tuttavia, è assai improbabile, comunque, che Mattarella possa seguire le richieste del Movimento 5 Stelle che nei giorni scorsi, attraverso i capigruppo Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli, gli avevano chiesto di non firmare il provvedimento esercitando la sua prerogativa costituzionale di “rinvio presidenziale di cui all’articolo 74 della Costituzione” e quindi di chiedere una nuova deliberazione del ddl.

Nel frattempo, cresce il dissenso politico e non. “Il ddl Calderoli che spacca l’Italia – sostiene il capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia – non rispetta molti articoli della Costituzione. E, anziché attuare tutto il Titolo V, attua solo il comma 3 dell’articolo 116. È l’ossessione leghista per il portafoglio! Alla Lega interessavano solo soldi e stendardo”.

“Non si può affrontare lo scandalo delle disuguaglianze e della povertà del nostro Paese con un milione di persone in povertà assoluta e dieci milioni in povertà relativa, promuovendo strategie differenziate”: a dirlo è stato il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, durante la quinta giornata di Trame, Il Festival dei libri sulle mafie

“L’autonomia non può essere differenziata perché la libertà è un bene comune. Noi abbiamo un testo costituzionale che è nato per unire, non per differenziare”, ha sottolineato.

E ancora: “La verità è che nella testa di qualcuno c’è forse ancora il sogno della secessione, un qualcosa che noi non possiamo permettere”, ha concluso don Ciotti.

“Sono necessarie politiche sociali che creino le condizioni per garantire il diritto di avere una casa, alla salute e offrire una visione di futuro per i giovani che vanno via e che rendono onore a questa terra in giro per il mondo. Non lasciamoli cadere in quel paradigma tecnocratico, come lo chiama Papa Francesco, dove l’unico obiettivo è il profitto”.

E ancora: “Ci sono momenti in cui tacere diventa una colpa e parlare, invece, un obbligo sociale e una responsabilità civile. La peste mafiosa, quella corruttiva e dell’omertà si possono sconfiggere. Evitiamo di diventare professionisti della lamentela e di perderci nella cappa dell’indifferenza” ha concluso don Ciotti.

Intervenendo, anche lui a Lamezia Terme durante “Trame”, il Festival dei libri sulle mafie, il Procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, ha ricordato che “abbiamo bisogno di un’Italia unita e più forte. Sarebbe necessario, per esempio, nazionalizzare la sanità. Io non capisco niente, sono un pubblico ministero di campagna, ma da quello che sento in giro mi pare che proprio la sanità sia un settore in cui siamo messi male, visto che la Calabria, per esempio, é ridotta a fare venire i medici da Cuba”.

Gratteri ha chiesto “perché nessuno adesso rintraccia il ministro della Sanità dell’epoca e gli chiede perché non si è intervenuti allora per risolvere questo problema. La verità é che abbiamo tutti la memoria corta perché viviamo alla giornata e nessuno fa programmazione, stabilendo di cosa c’é bisogno da qui a 5 o a 10 anni. Il dramma è proprio questo”.

Lo stesso primo partito parlamentare, Fratelli d’Italia, sembra difendere tutt’altro che con il “coltello tra i denti” la riforma Calderoli.

Ancora più perplessa si dimostra Forza Italia, tanto da imporre un “Osservatorio sulle Regioni” che sembra avere l’obiettivo di aumentare ancora il livello di garanzie per il Sud.

Il segretario di Forza Italia, che è anche vice-premier, Antonio Tajani, spiega che “c’è un’esigenza di rassicurare. Io capisco benissimo le preoccupazioni del Sud, ma Forza Italia, prima al Senato e poi con gli ordini del giorno approvati alla Camera, è già intervenuta per migliorare la legge”.

“Al prossimo Consiglio nazionale – ha aggiunto – proporrò l’istituzione di un Osservatorio sulle Regioni, formato dai capigruppo, dai presidenti di Regione e dalla ministra Maria Elisabetta Casellati, che dovrà monitorare il percorso della legge e controllare che i nostri ordini del giorno votati in Parlamento siano applicati. Vogliamo vigilare”.

“Saremo le sentinelle del Mezzogiorno”, assicura il capogruppo di Forza Italia al Parlamento europeo Fulvio Martusciello.

Per il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri “l’osservatorio sull’autonomia differenziata, annunciato da Antonio Tajani, è un’ulteriore iniziativa di Forza Italia a tutela delle regioni meridionali. Siamo stati noi al Senato a modificare il disegno di legge inserendo norme per garantire quei livelli essenziali di prestazioni, che sono la premessa per una riforma del sistema delle autonomie”.

Gasparri aggiunge che sono stati loro “alla Camera a far approvare degli ordini del giorno, che ribadiscono queste premesse in questi obiettivi. Non ci sarà quindi nessun danno per le regioni meridionali”.