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Insulti, dispetti, aggressioni fisiche: prof denuncia alunno dopo mesi di vessazioni. La famiglia agisce legalmente contro di lei

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Insulti, come “hai rotto il c…”, la musica sparata a tutto volume durante le lezioni. La gomma da cancellare lanciata in faccia. Le chewing gum appiccicate sulla cattedra per dispetto fino alle aggressioni fisiche: queste le varie vessazioni che hanno visto come bersaglio una povera docente di un istituto superiore di Roma.

I fatti, come riporta La Repubblica, risalgono al periodo tra marzo e aprile, ma famiglie e sindacati hanno preferito parlarne solo ora, a lezioni finite e pagelle uscite. La docente è stata presa di mira fin dall’inizio dell’anno scolastico da uno dei suoi studenti di prima, un ragazzo che nel corso dei mesi ha collezionato decine di note. 

Lo studente tra settembre e giugno si è allontanato spesso dalla classe senza permesso (ma non nelle ore dell’insegnante aggredita) e non ha seguito le lezioni. Secondo alcuni genitori, quando era in aula avrebbe disturbato durante le spiegazioni degli insegnanti.

La prima aggressione

La professoressa ha tentato di ribellarsi a quel modo di fare. “Lo facevo per lui, perché stare fuori dalla classe nuoce soprattutto lui”,  A marzo, all’uscita dalla scuola, si è consumata la prima aggressione. Il giovane ha trattenuto l’insegnante per una spalla, chiedendole di cancellare dal proprio cellulare un video. “Che io non avevo mai fatto”, dice la docente nella denuncia. La professoressa è riuscita a liberarsi solo con “l’intervento di alcuni colleghi”. Qualche ora dopo, ancora indolenzita, è andata a farsi medicare al pronto soccorso che l’ha dimessa con un trauma alla spalla sinistra e una prognosi di cinque giorni. Il giovane è stato sanzionato.

Il secondo episodio

Un mese dopo si è ripetuto un altro episodio gravissimo. Secondo quanto depositato dalla docente in una seconda denuncia, il 13 aprile il ragazzo stava “disturbando la lezione” ascoltando musica dal cellulare ad alto volume. Così la docente gli ha chiesto di mettere via il telefonino, “come da regolamento scolastico”, e di seguire la lezione. Per tutta risposta lo studente, si legge nella denuncia, “ha iniziato a insultarmi dicendo: ‘Mi hai rotto il c…'”.

“Contestualmente ha spinto la cattedra verso di me, tenendomi bloccata contro il muro all’angolo della classe, minacciandomi che non mi avrebbe fatta uscire fino a quando io non gli avessi chiesto scusa”, aggiunge.

“I docenti sono anche degli educatori e non vanno né minacciati, né sfiorati”, dice la dirigente scolastica. La famiglia del ragazzo si sta invece muovendo legalmente contro l’insegnante, che in alcune occasioni avrebbe risposto, esasperata, ai continui insulti del giovane.

“Una cosa così proprio non mi era mai successa”

“Ho tanti anni di insegnamento alle spalle, ma una cosa così proprio non mi era mai successa… essere aggredita fisicamente da uno studente”, ha poi detto la povera docente, intervistata dal quotidiano. “Il vicepreside, che si trovava nel corridoio, non è intervenuto nonostante l’avessi mandato a chiamare. Ha sostenuto che fossero fatti miei, che non ero in grado di tenere la classe. Ma questo non vero e non giustifica comunque la violenza del ragazzo nei miei confronti. Nel corso dell’anno ha collezionato circa 50 note, non solo da parte mia, ma anche di altri colleghi”.

E, sulla famiglia del giovane: “Non l’ho mai conosciuta, ma sarei stata ben contenta di parlarci. Io non ce l’ho col ragazzo, sono un’educatrice e riconosco che ci sono problemi comportamentali sotto. Ciò che è accaduto è senza dubbio grave, ma spero che lui possa iniziare un percorso per stare meglio e rapportarsi nel modo giusto con le persone. Dicono anche di avere una registrazione, sono curiosa di sapere cosa contiene. Non ho problemi ad ammettere di aver sbottato in due occasioni, ero esasperata. Quando ho trovato le gomme da masticare sulla cattedra e addosso ho esclamato ‘che me…’, intendendo ovviamente ‘che schifo’. E quando lo studente mi ha detto ‘Mi hai rotto il c…’ gli ho risposto che ce l’ha sempre in bocca, quella parolaccia. Queste reazioni giustificano le aggressioni subite? Non credo proprio”.

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