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Maturità con i genitori, c’è chi accompagna i figli al concorso docenti. Una prof: “Spumante anche all’orale di terza media”

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Si parla ancora della questione dei genitori che accompagnano i figli fuori all’orale di maturità, tendenza sempre più comune da quest’anno, o perlomeno più evidente da quest’anno. Sono tantissimi i commenti a questa usanza, che è alquanto divisiva.

Luca Bizzarri e il vero problema

C’è chi crede sia eccessivo e anche un po’ esagerato accompagnare i figli a sostenere l’orale della maturità, un momento dove dovrebbero appunto essere “maturi” e non bisognosi dell’aiuto e del sostegno dei genitori. C’è chi si oppone a questa visione e pensa che non ci sia nulla di male, anzi, è bello mostrarsi amorevoli e affettuosi con i propri figli.

A dire la sua, con il suo solito fare sarcastico, è stato il comico Luca Bizzarri: “Il problema non è che voi li aspettiate fuori o no. Il problema è che noi non avremmo voluto che ci aspettassero fuori”. Insomma, a suo avviso sono gli studenti che sono cambiati e che ora “sopportano” la presenza dei genitori al contrario di un tempo in cui magari ci si vergognava.

Festeggiamenti eccessivi anche alle medie?

C’è anche chi ha fatto esperienza di situazioni simili anche in altri frangenti. “Ho visto con i miei occhi due genitori accompagnare una figlia 25enne al concorso docenti. La madre mentre aspettava il turno della figlia: ‘meno male che ti ho legato i capelli, visto il caldo’. Io, scioccata”, ha detto un’utente su X.

In molti hanno commentato dicendo che non c’è nulla di male:

Mia madre mi ha accompagnato al concorso docenti, ho 31 anni, dove sarebbe il problema?

“Ho visto anche quarantenni al concorso docenti che si sono fatti accompagnare dai genitori, come supporto morale, e l’unica cosa che ho pensato è che avevano un bel legame. Essere cresciuti in un modo, non dà il diritto di imporre le proprie credenze ad altri”.

“La sensazione di essere scioccata davanti ad una madre che accompagna la figlia al concorso per docenti??? cosa c’è di scioccante???”.

“Io stessa ho fatto il concorso docenti a 25 anni e anch’io avevo lì entrambi i miei genitori. Erano felicissimi e più orgogliosi di me. Inoltre sono stati loro a pagarmi gli studi, mi sembra che renderli partecipi sia solo che positivo”.

Il dibattito si è acceso anche nelle storie Instagram della psicoterapeuta Stefania Andreoli. A lei si è rivolta una docente delle medie: “Ho visto fiori e spumante anche fuori gli orali di terza media, come se non fosse semplicemente una tappa della scuola dell’obbligo ma un traguardone epico”.

Cosa ne pensano gli studenti?

Ma cosa ne pensano i diretti interessati, ossia i ragazzi? Mal sopportano queste attenzioni dei genitori o le desiderano? “Alla mia maturità il ruolo dei genitori è stato importante, è stato un grande supporto morale. Mi ha fatto piacere averli con me al colloquio”. “I genitori hanno un ruolo importante nella preparazione alla maturità perché sono gli unici che ci possono sostenere e capire a pieno, quindi è giusto condividere questa gioia con loro”. “Anche io penso che i genitori siano fondamentali per la preparazione, ti sostengono e più di chiunque altro ti possono capire in un momento di difficoltà”. “I genitori sono sempre stati con te fin da piccolo quindi è giusto che vivano questo momento con me, è giusto farli felici, la soddisfazione.

La satira di Gramellini

A dire la sua è stato anche il giornalista e conduttore Massimo Gramellini su Il Corriere della Sera. “Nemmeno sotto l’effetto di una tripla grappa a stomaco vuoto riuscirei a immaginare mio padre che mi accompagna alla ‘matura’ agitando un mazzetto di gladioli”, ha detto ironicamente.

“Qualche indignato politicamente orientato circoscrive la nuova moda ai famigerati benestanti dei centri storici, sostenendo che il genitore arrabbiato di periferia mai si presenterebbe all’esame del figlio, e comunque mai si porterebbe dietro un mazzo di fiori, al limite una mazza da baseball. Ma alla schiera sterminata dei nostalgici, si contrappone l’immancabile partito dei cuoricini: una romantica minoranza che non vede niente di male nell’affettuoso sostegno del clan familiare all’epica impresa. Chi ha ragione? Lo schema dei social non prevede sfumature: ogni questione va spaccata in due come una mela. Ma per i pochi che si riconoscono quasi sempre nel torsolo, sopravvive una terza opzione, quella liberale. La scelta, qualunque essa sia, non può che spettare ai protagonisti dell’esame, i figli. Senza il loro consenso, dunque, è meglio restare a casa. Collegati con gli altri genitori sulla chat ‘Maturansia’”, ha concluso.