Sulla questione del commissariamento dell’Indire, deciso in queste ore dal Governo, interviene la segretaria generale di Flc-Cgil Gianna Fracassi che ricorda che non da oggi esiste un diffuso malessere all’interno dell’istituto: “Indire – dichiara Fracassi – aveva bisogno di un commissariamento, lo sosteniamo da tempo, per consentire a chi ci lavora di dare un contributo critico, un servizio competente e trasparente all’intero comparto Istruzione e Ricerca. Le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto da troppo tempo chiedono rispetto, un rispetto che può esserci solo liberando l’ente dalla consuetudine di dover sottostare alle pressioni della politica e degli interessi di parte, per l’incapacità dei suoi vertici di realizzare un ente autonomo e autorevole”.
Flc-Cgil: no a questo commissariamento
“Ma è chiaro – aggiunge subito la segretaria generale – che questo commissariamento va nella direzione opposta a quella che chiedono i suoi lavoratori, piuttosto rende visibile a tutti qual è l’impostazione che questa politica vuol dare alla Ricerca Pubblica. Il Ministro pensa di poter agire non solo sui processi, ma sta facendo in modo di neutralizzare qualsiasi rischio di critica a quei processi”.
Secondo la Flc-Cgil la vicenda “rappresenta plasticamente la volontà di questo governo di considerare gli enti di ricerca come strumentali alle proprie esigenze e di voler prendere il controllo diretto delle filiere della conoscenza”.
“Salvaguardare la Ricerca – conclude Fracassi – significa invece porre dei limiti a chi sta fondando la riforma di un intero sistema paese sul principio che il potere non debba dar conto a nessuno delle proprie decisioni”.
Il disagio dei lavoratori dell’Indire non è storia recente e, periodicamente, si è espresso anche in manifestazioni di protesta, come quella del marzo scorso quando in tanti, con slogan e volantini, avevano fatto sentire la propria voce al momento della inaugurazione di Fiera Didacta a Firenze.