Il decreto 71 scuola è legge: novità su sostegno, stranieri e dirigenti scolastici. Manzi (Pd): misure spot senza una strategia

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“Il decreto 71 sulla scuola è legge, agisce, tra le altre cose, su sostegno agli alunni disabili, alunni stranieri che non comprendono l’italiano e ricorrenti del concorso per dirigenti scolastici del 2017. Per il Governo è frutto di una grande strategia ma è solo propaganda, perché gli esiti sono piuttosto modesti”: a dirlo alla Tecnica della Scuola è Irene Manzi, capogruppo Pd in VII commissione alla Camera e responsabile scuola del Partito democratico, a commento della conferma in Senato della fiducia al Governo per la conversione in legge del decreto 71 sulle disposizioni urgenti relative a sport, sostegno agli alunni con disabilità, avvio dell’anno scolastico 2024/2025 e norme su università e ricerca. “Hanno approvato – sostiene la dem – un decreto omnibus che contiene pure misure su sport e università, ma manca di una strategia: prevede una serie di singole misure spot, spesso poco efficaci”.

Il decreto prevede forme di potenziamento per gli alunni stranieri che non comprendono e parlano l’italiano: “Grazie anche al confronto che abbiamo avuto con l’Anci e numerosi mediatori esperti che lavorano in questo campo con le amministrazioni locali – dice Manzi – siamo riusciti a superare la versione iniziale del decreto che prevedeva interventi solo in classi con un 20% di nuovi arrivati in Italia; solo a loro poteva essere assegnato un insegnante di lingua italiana per stranieri. Grazie al nostro emendamento, si allargano le possibilità di supporto di lingua non solo ai nuovi arrivati in Italia ma anche a studenti con deficit di apprendimento linguistico. Avremmo anche voluto che i progetti diretti a favorire l’integrazione non si svolgessero esclusivamente in orario extracurricolare ma pure in orario curricolare, però non ci siamo riusciti”.

Secondo Manzi sugli alunni non italiani manca una strategia complessiva: “Il 67% di quei bambini e bambine ragazze e ragazze che il ministro definisce stranieri sono nati in Italia e vivono in Italia, hanno bisogno di strategie non solo centrate sulla lingua ma di reale integrazione per scongiurare per esempio il loro abbandono scolastico, bisogna lavorare insieme alle famiglie. Era questa l’ottica che ci siamo posti rispetto al provvedimento, l’accoglimento è solo parziale”.

La dem contesta anche la novità dei “docenti italiani all’estero che si vedono allungare la possibilità di esercitare il proprio servizio, ma che vedono anche limitate la possibilità di ricorrervi entro il sesto anno alle sole scuole europee: serviva un allargamento delle disposizioni a tutte le scuole italiane all’estero”.

Pollice verso pure per la decisione “di questa maggioranza sulla questione dei dirigenti scolastici sanati del concorso 2017: si è intervenuti sulle procedure di mobilità e quindi di fatto allontanando le possibilità di rientrare a casa per coloro che il concorso l’hanno vinto”.

Il Pd cosa avrebbe approvato? “Nella formazione sul sostegno rimane importante – risponde Manzi – intervenire sull’accelerazione delle procedure per i riconoscimenti dei titoli all’estero, mettere in campo la strategia che riguardasse gli studenti con background migratorio. Rimane da realizzare un progetto reale a favore delle comunità educanti. Penso alle modifiche delle linee delle indicazioni nazionali del curriculum. Vorremmo che il governo la smettesse di agire a colpi di propaganda, ma si sedesse al tavolo e ragionasse, perché la scuola è un tema che non riguarda questa o quella maggioranza: è un bene di tutto il paese e necessita di un maggiore ed effettivo confronto con tutte le forze politiche che siedono in Parlamento”.