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Maltrattamenti asilo nido Milano: bimbi chiusi in sgabuzzini per punizione, insulti e pochi dipendenti. Arrestate tre educatrici

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Una storia che lascia profondamente sgomenti. Tre educatrici di un asilo nido della provincia di Milano sono state arrestate per maltrattamenti sui bambini. Altre due sono indagate, mentre emerge uno scenario davvero preoccupante relativo all’istituto stesso. Lo riporta Il Corriere della Sera.

La segnalazione

L’ipotesi di reato di maltrattamenti è relativa ai primi mesi del 2024 ai danni di 35 bimbi fra i sette mesi e i due anni che, benché “soggetti indifesi affidati per ragioni di educazione e cura” proprio a chi “avrebbe avuto il compito di educare e proteggere”, avrebbero subìto “condotte prevaricatrici di natura fisica e verbale”, venendo “disprezzati e umiliati” da “sofferenze fisiche e psichiche”. Ad essere arrestate la titolare dell’asilo e due dipendenti.

Nata dalla segnalazione non delle educatrici intercettate che pur tra loro immaginavano di preparare un esposto anonimo (una delle quali anche coindagata), ma dalla denuncia di un’altra ex educatrice, l’inchiesta contesta toni aggressivi, offese e insulti (“sei proprio ciotto, fai proprio schifo”), urlate in faccia ai bambini a scopo punitivo (“metti il tuo stupido ciuccio in bocca e non rompere! Veramente io vorrei ‘accidere tua madre perché tu sei ancora qua!”), strattonamenti e tirate d’orecchie (“sai i metodi che usa… che urla sempre.. che i bambini si spaventano…”), messe a sedere sui seggioloni con la forza, e poi confinamenti in bagno o nello sgabuzzino dei detersivi per chi piangeva o si era sporcato facendo la pipì.

La titolare, a quanto pare, teneva molto a “mostrare ai genitori il compimento di attività ludiche, predisposte del tutto fittiziamente con la mera partecipazione dei bambini solo per il tempo strettamente necessario per scattare una foto da ‘postare’ sul gruppo social dell’asilo”.

False presenze e 2 dipendenti per 25 bambini

Inoltre, non sarebbero state assunte in numero sufficiente le educatrici indispensabili per la regolare gestione dell’asilo, tantomeno dopo che se ne era andata un’altra educatrice “che aveva espresso le proprie perplessità sulla gestione del nido”: così “in alcune giornate c’erano 25 bambini a fronte di solo 2 educatrici”, e “nei fogli presenze destinati ai controlli dell’Ats era indicata la presenza fittizia di altre educatrici in realtà assenti, al solo fine di dimostrare il rispetto del formale rapporto numerico tra educatrici e bambini in caso di controlli”.

Per le altre due indagate il pm aveva chiesto i domiciliari ma il gip li ha respinti: nel caso di una educatrice perché ha ravvisato isolati i quattro episodi contestati, dunque privi della “abitualità” che deve caratterizzare il reato di maltrattamenti, mentre nel caso di una stagista il gip ha ritenuto che in soggezione e al lavoro da soli 8 giorni non avesse ben capito cosa stesse succedendo nell’asilo.