“La valutazione dei docenti non vuole essere un modo di metterli sotto schiaffo, ma è un modo anzi di valorizzare la bravura della maggior parte della categoria”: a dirlo alla Tecnica della Scuola è Mario Rusconi, presidente Anp Roma, in merito all’ipotesi di valutazione degli insegnanti e del loro operato a scuola, così come è stato previsto di recente con il rinnovo del Ccnl dei dirigenti scolastici che percepiranno delle indennità anche base anche alla complessità delle scuole da loro dirette. L’ipotesi di allargare la valutazione dei docenti, anche se a priori, è stata di recente anche avvalorata da un sondaggio on line della Tecnica della Scuola: due dirigenti scolastici su tre, il 65,4%, si sono espressi infatti a favore sull’idea di remunerare meglio pure i docenti in servizio nelle scuole complesse; ancora più insegnanti, ben 8 su 10, si sono detti d’accordo su questa modalità di valorizzazione.
“La professione del dirigente scolastico è un po’ come ‘la prova del fuoco’ – ha continuato Rusconi -: da quando si vince il concorso a preside, si passa, all’improvviso, alla conduzione della scuola. Si è infatti inseriti in una graduatoria, il 31 agosto, quando si è ancora insegnanti, al 1° settembre diventa dirigente: il passaggio è molto forte, ci vuole una grande capacità relazionale soprattutto con gli insegnanti e con gli impiegati e con lo staff di presidenza”.
Certo, ha continuato il dirigente scolastico, “il 70-80% dei docenti italiani sono di buono o ottimo livello. Il problema è che spesso il preside deve sapere dire di no, deve anche correggere gli errori. Lo stesso preside è valutato dall’opinione pubblica, dai media, dai genitori della scuola, dagli studenti stessi quindi ha un po’ il fiato sul collo”
“L’insegnante invece – dice ancora Rusconi – non è valutato: anche se la maggior parte degli insegnanti, ripeto, hanno un’ottima capacità di autocontrollo, la mia lunga esperienza mi dice che ci sono anche docenti che sbagliano e quando vengono corretti spesso non amano il fatto che qualcuno dica loro qualcosa, nemmeno da parte del dirigente che cerca di rimodulare la sua azione”.
“Ecco – continua il presidente Anp Roma – perché noi da anni diciamo che ben venga una valutazione dei docenti: ci provò nel 2000 Luigi Berlinguer e sappiamo come é andata a finire. Poi nessun altro ha messo mano all’esigenza: per questo noi auspichiamo che in futuro ci sia una valutazione professionale dei docenti, la quale dovrebbe finalmente permettere di valorizzare quelli particolarmente impegnati, ma senza demonizzare quelli che hanno delle difficoltà”.
Ancora di più, incalza Rusconi, perché l’azione del dirigente scolastico “deve essere avvalorata e corroborata dall’azione dei docenti. Quindi, per concludere, se si continua ad evitare un’adeguata valutazione dei docenti significa mettere in piedi un meccanismo che risulterà subito zoppo cioè che non si reggerà in piedi”.