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La bellezza e il valore delle differenze di genere

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In alcune scuole c’è l’orientamento ad eliminare le differenze di genere, attraverso l’utilizzo di grembiuli unisex al posto dei tradizionali grembiuli rosa, celesti o blu. Secondo il parere dei dirigenti scolastici, si tratta di una grande opportunità educativa e la scelta non ha basi di genere o teorie gender, ma argomentazioni di carattere squisitamente pratico non ben definite.

La mia sensazione è che la scuola stia vivendo una crisi antropologico-culturale e strutturale di notevoli dimensioni, crisi che ha anche risvolti etici e pratici.
È molto evidente che la scuola non è un trasmettitore neutro di valori, ma una struttura intenzionalmente educativa, che ha il compito di sviluppare il modo autentico di vivere il proprio essere maschio o femmina, di migliorare la propria comunicazione affettiva e sessuale, di educare alle differenze e, soprattutto, di impedire che le diversità o le differenze possano trasformarsi in disuguaglianze.

È vero che la Direttiva M.I.M. n. 83 del 24/11/2023, rafforza l’impegno verso un’azione educativa mirata alla cultura del rispetto, alle pari opportunità, all’educazione alle relazioni, al contrasto della violenza maschile sulle donne, indica dei percorsi progettuali in tema di “Educazione alle relazioni”, ma per contrastare ogni forma di discriminazione e violenza e favorire il superamento di pregiudizi e disuguaglianze, non è necessario tagliare i ponti con le parti essenziali e significative della propria identità psicosomatica.

Oggi, nell’universo emotivo, affettivo e relazionale, siamo in pieno deserto e ci stiamo addentrando in un’interminabile “Notte in cui tutte le vacche sono nere” (Hegel).
Secondo la filosofia del Tao, l’energia ontogenetica e filogenetica della bisessualità, si esprime nelle due polarità yang e yin, che costituiscono il luogo di nascita e di crescita della propria individualità sessuale, della propria irripetibile unicità e singolarità.

È su questo piano che si struttura la caratterizzazione sessuale decisiva: la virilità e la femminilità, intese come qualità profonde dell’individuo, che trascendono e superano le manifestazioni della sessualità esteriori, culturali e sociali.
La difesa della conoscenza distinta e differente dei due sessi è la forza stessa del nostro pensare.

L’ uguaglianza dell’identità sessuale, l’eliminazione delle differenze di genere non fanno altro che accentuare l’assurda lotta tra i sessi ed è alla base di quel deserto relazionale, dove si inaridiscono le vie di comunicazione con il sottosuolo sorgivo e fecondo del proprio essere uomo o donna.
Si può dire che nella società occidentale contemporanea il problema dell’identità sessuale ha raggiunto il suo maggior limite degenerativo. L’imperfetta e anomala estrinsecazione della propria natura bisessuale ha dato luogo ad un ibrido, che non è né maschio né femmina e di cui abbiamo gli esempi più appariscenti nel mondo dello spettacolo e della moda.

Strumento imprescindibile per aiutare i bambini a conoscersi, ad acquisire sempre di più la propria identità, autopossedersi, accettarsi, donarsi e crescere è la cura della vita di gruppo, naturalmente un gruppo ispirato ai grandi valori umani dove ciascuno trova le condizioni ideali per instaurare rapporti veri ed essere aiutato a riconosce e ad accettare l’altro diverso da sé.
Le principali forme di discriminazione non derivano da segni esteriori, ma dalla muffa viscida e maleodorante di alcuni nostri comportamenti, che hanno raggiunto livelli così bassi di negatività, di artificialismo e di opaca superficialità.

Le differenze di genere non sono, dunque, una malattia da occultare o da combattere, sono la miglior forma di prevenzione contro il diluvio della violenza e dell’abbiezione.

Fernando Mazzeo