Dal punto di visto tattico e politico le ultime “esternazioni” del Ministro dell’Istruzione sono davvero poco comprensibili.
Stefania Giannini ha usato espressioni forti (insegnanti “abulici”, contestatori “squadristi”) che evidenziano fastidio nei confronti di chi non condive le proposte del Governo in campo scolastico.
Certamente il Ministro ha tutte le ragioni nel difendere la proposta della maggioranza (altrimenti ci sarebbe da chiedersi perchè mai sia stata inviata al Parlamento).
Ma forse il Ministro, che non ha la politica nel sangue, non sa che la maggioranza ha il dovere di difendere le proprie scelte e che la minoranza ha tutto il diritto di contestarle.
E soprattutto non sa che in politica maggioranza e minoranza non sempre sono separate da una linea precisa. La presa di posizione di Stefano Fassina (parlamentare del PD) ne è un chiaro esempio: il deputato, pur facendo parte della maggioranza, non le manda a dire al Ministro e addirittura le “suggerisce” di chiedere scusa agli insegnanti.
Ora, la questione è molto semplice: Giannini, che solo da pochi mesi fa parte del gruppo PD del Senato, ha goduto finora dell’apparente sostegno di Matteo Renzi; ma cosa succederà quando le dinamiche interne al PD si complicheranno ulteriormente? Stefania Giannini è proprio sicura di cosa accadrà quando Renzi dovrà scegliere se continuare a sostenerla o se fare qualche consistente concessione alla minoranza interna del suo partito?
La nostra sensazione è che questa volta il Ministro abbia davvero esagerato: fino a quando parla di inglese obbligatorio nella primaria o della priorità del trilinguismo va tutto bene e Renzi può anche tollerare; ma se incomincia ad esternare creando problemi all’interno del partito, la musica potrebbe cambiare. A meno che Giannini non sia già praticamente certa di essere arrivata alla fine del proprio percorso e che quindi abbia deciso di creare un po’ di scompiglio all’interno di un partito a cui da poco ha aderito ma che sicuramente non sta nel suo DNA.