Anche Flc-Cgil esprime il proprio dissenso sulla decisione dell’Invalsi di spostare le prove al 6 e 7 maggio per la primaria e confermarle per il 12 per le superiori.
“La decisione – sottolinea il segretario generale Mimmo Pantaleo – conferma che il Governo teme una larghissima adesione all’astensione dal lavoro e che si estenda la mobilitazione contro il disegno di legge sulla scuola. Non si ricorre, infatti, al differimento nelle date del 6 e del 12 maggio quando sono stati proclamati altri scioperi da altre sigle”.
Ma Pantaleo aggiunge anche: “Dubitiamo della legittimità di questo differimento delle prove, tra l’altro deciso dall’Invalsi e non dal MIUR. Valuteremo eventuali risposte anche sul versante legale”.
Se davvero la questione dovesse finire nelle aule di qualche tribunale sarebbe anche l’occasione per capire se davvero le prove fanno parte delle prestazioni essenziali come per esempio gli scrutini e gli esami, come da qualche parte si incomincia a dire.
Di analogo tenore la dichiarazione di Massimo Di Menna, segretario generale di Uil-Scuola: “Il rinvio, di dubbia legittimità in coincidenza con lo sciopero, è un chiaro segnale della consapevolezza del Governo che, di fatto, la stragrande maggioranza delle scuole non sarà in grado di erogare alcun servizio in concomitanza con lo sciopero data la condivisione, da parte di tutti gli operatori scolastici, dell’iniziativa di lotta in atto”.
Di Menna coglie anche l’occasione per sottolineare che “questa scelta dimostra la debolezza del Governo che deve decidersi ad emanare un provvedimento d’urgenza per il reclutamento ed ascoltare le richieste di chi a scuola lavora ogni giorno”.