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Libri scolastici, la polemica: “Ne vengono buttati a tonnellate ogni anno, e la sostenibilità?”. “Meglio testi aggiornati”

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In questi giorni di rientro a scuola si parla molto di libri scolastici, di editoria scolastica e di nuove edizioni dei libri di testo dedicati agli studenti. Un post su X è molto emblematico e ha scatenato un forte dibattito: meglio cambiare spesso libri per far sì che si parli di argomenti attuali? O meglio limitare tutto ciò in nome della sostenibilità?

Ecco il contenuto del post: “Tonnellate di libri di scuola buttati ogni anno, resi inutilizzabili dalle ‘nuove edizioni’ in cui cambiano due impaginazioni. Storia, geografia, italiano, e altri, che dovrebbero essere sempre uguali da 50 anni. L’ecologia e la sostenibilità su queste cose non si guardano? Senza contare chi ha problemi economici e deve spendere capitali per comprarli nuovi”.

I commenti

Ecco alcuni commenti:

“Storia, geografia, italiano e ogni altra disciplina non si insegnano come 50 anni fa. Detto questo molte nuove edizioni non hanno modifiche sostanziali e gli aggiornamenti potrebbero uscire in formato digitale”.

“Tutti in carta riciclata. Ci manca l’impronta CO2 ma arriverà. Il punto non è l’ecologia, sono i contenuti”.

“Studiare geografia su un libro del 1974 sarebbe abbastanza ridicolo: recuperiamo l’URSS? Cinquant’anni sono una vita, la didattica deve adeguarsi ai cambiamenti. Però è vero che il mercato dell’editoria scolastica è un settore importante”.

“Ci penso ogni santo anno: senza considerare la spesa folle a cui sono costrette le famiglie. Una vergogna assoluta (una delle tante purtroppo)”-

“Giusto senza contare che sono, almeno alla primaria e secondaria, in quantità esagerata. Spesso non si utilizzano o solo in parte. Interi capitoli vengono saltati a discrezione degli insegnanti. Bisognerebbe imporne di meno e fare in modo che le edizioni durino per qualche anno”.

Caro scuola, la situazione nell’anno scolastico 2024/2025

L’anno scolastico 2024-2025 si apre con un forte aumento dei costi per le famiglie italiane. Secondo una ricerca della Rete degli Studenti Medi del Lazio, della Cgil e della Flc Cgil Roma e Lazio, riportata da Repubblica, il costo per far studiare i propri figli supera i 1200 euro per famiglia, registrando un incremento del 12% rispetto al 2023 e del 23,4% rispetto a quattro anni fa.

Il rincaro riguarda non solo i libri di testo, che quest’anno costeranno in media 591 euro a studente, ma anche i contributi scolastici, sia annuali che “volontari”. Questi ultimi, spesso richiesti per l’assicurazione e per sostenere i progetti scolastici, sono aumentati in molti istituti.

Molte famiglie cercano di risparmiare acquistando libri di seconda mano. Tuttavia, la situazione rimane critica per il 14,3% delle famiglie con figli in età scolastica che vivono in condizioni di povertà relativa. La Cgil denuncia quella che definisce una “speculazione su un diritto fondamentale come l’istruzione” e chiede maggiori investimenti pubblici per garantire la gratuità dell’istruzione, in linea con l’articolo 3 della Costituzione.