Il XVIII report annuale realizzato da Legambiente sullo stato di salute dell’edilizia scolastica ha preso in esame complessivamente 7.024 scuole, di queste
solo 58 scuole di primo grado risultano essere state costruite secondo i criteri della bioedilizia e solo 41 sono nuove, edificate cioè negli ultimi cinque anni. Sono state le amministrazioni comunali dei comuni capoluogo a rispondere all’indagine di Ecosistema scuola, tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, frequentati da una popolazione di oltre un milione e 300mila studenti. L’analisi riguarda l’edilizia scolastica, la digitalizzazione e i servizi mensa, le certificazioni, la sicurezza, gli investimenti e la manutenzione, oltre al risparmio ed all’efficienza energetica, le strutture per lo sport e le aree verdi e anche i servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche e delle famiglie.
I dati
Notevoli sono i ritardi sul fronte della sicurezza, infatti emerge che solo il 50% delle scuole ha tutte le garanzie. Sul fronte dei servizi relativi all’innovazione digitale il report rileva che poco più di 1 scuola su 2 dispone di reti cablate e Wi-Fi. Il servizio mensa non è ancora presente in tutte le aree del Paese, infatti il dato medio è di 76,7% di edifici con mensa a livello nazionale, al Nord e al Centro è di rispettivamente il 92,2% e l’80,9%, mentre nel Sud e nelle Isole si ferma rispettivamente al 54,3% e al 41,2%, inoltre solo nel 64,9% delle mense vengono impiegate stoviglie monouso.
Per il settore trasporti il report di Legambiente rivela che solo il 19,7% delle scuole dispone di un servizio di mobilità collettiva come lo scuolabus, ancora poco diffuso il pedibus.
In merito ai servizi per lo sport emerge che un impianto su quattro necessita di manutenzione urgente. Inoltre, le palestre aperte oltre l’orario scolastico sono oltre il 70% nei capoluoghi di provincia del Centro-Nord, per ridursi al 30,3% nelle Isole al Sud e sono poco più del 40% nelle città del Sud delle Isole.
Il settore del risparmio energetico si presenta come una delle criticità rilevate dal report, infatti solo il 20,9% degli edifici scolastici utilizzafonti di energia rinnovabile, soprattutto al Nord, con il 24,3%, con un minimo nelle Isole, il 14,1%.
L’edilizia scolastica è l’altro settore di grave emergenza nella fotografia del report di Legambiente: buona parte degli edifici scolastici sono stati costruiti prima dell’entrata in vigore delle normative antisismiche e 1 su 3 si trova in area sismica. Pertanto, gli interventi di manutenzione sono quanto mai urgenti, soprattutto al Sud e nelle Isole dove il si sale al 50%, 1 scuola su 2.
Preoccupa inoltre il dato che, sebbene nel 2023 a livello nazionale siano stati stanziati maggiori fondi per la manutenzione straordinaria – 42mila euro –, persiste una forte differenza tra quanto viene stanziato e quanto le amministrazioni riescono effettivamente a spendere. Così, per esempio, sempre secondo i dati di Legambiente, nel 2023 in media su 42.022 € stanziati ne sono stati spesi 23.821 €.
L’emergenza dello stato di salute delle scuole italiane: le richieste di Legambiente
Per far fronte alle tante emergenze delle scuole italiane dal punto di vista strutturale, Legambiente chiede, anche alla luce dei dati che sono emersi nelle diverse edizioni dell’indagine, che venga dato un sostegno alla programmazione e progettazione degli interventi, a fronte di situazioni d’intervento urgenti e come forma di perequazione e sostegno dei territori che non riescono ad intercettare fondi e a dare continuità alla programmazione della manutenzione degli edifici scolastici. Alto è il timore che con l’autonomia differenziata si rischi di aumentare i divari tra le scuole del nord e sud. Di questo passo, denuncia il report, senza un investimento sui LEP, livelli essenziali di prestazione, rischiano le aree più fragili del Paese, come il sud e le aree interne, non solo di non recuperare i ritardi sull’edilizia scolastica ma anche di restare indietro sui servizi scolastici.