In un editoriale pubblicato dal quotidiano Domani, interviene Dario Ianes, uno dei massimi esperti italiani di inclusione, ideatore e animatore del convegno su inclusione e disabilità che si svolge ogni due anni a Rimini, interviene con un editoriale dall’inequivocabile titolo “Il sistema dei docenti di sostegno è in una crisi strutturale irreversibile”
La crisi del sostegno scolastico – sostiene Ianes – è una problematica annosa che ogni anno si ripresenta con gli stessi scenari e lamentele: mancano insegnanti specializzati, le ore di supporto sono ridotte e, spesso, il personale non ha alcuna esperienza scolastica.
Secondo Ianes alla radice di queste difficoltà vi è una concezione che si fonda sull’idea che a un alunno “speciale” deve necessariamente corrispondere un insegnante altrettanto “speciale”: questa visione – aggiunge – è figlia di una cultura medico-individuale delle disabilità che tende a separare e stigmatizzare, anziché includere
Nel tentativo di arginare la crisi – prosegue ancora l’esperto – il governo ha introdotto una misura che ha suscitato molte polemiche: una specializzazione “ristretta” di soli 30 Crediti Formativi Universitari (Cfu), che verrà gestita dall’INDIRE e da università telematiche. Questa decisione rappresenterebbe una doppia sberla, la prima alle università tradizionali, che hanno visto svilita la loro funzione formativa, e la seconda agli insegnanti che hanno seguito un percorso ordinario e più lungo, spesso a fronte di notevoli sacrifici.
Come sappiamo le proteste sono esplose.
Da un lato ci sono le proteste degli insegnanti che si sono “guadagnata” la specializzazione pagandosi il corso e studiando seriamente, ma dall’altro ci sono anche le Università che temono di perdere gli studenti che troveranno meno oneroso rivolgersi all’Indire.
Ma Dario Ianes si spinge oltre e afferma: immaginiamo per un momento che, grazie a una bacchetta magica, si riesca a formare un numero sufficiente di insegnanti specializzati (270mila) e che si riesca anche a garantire una “copertura totale” del sostegno per ogni ora di presenza a scuola degli alunni con disabilità.
“Queste iperboliche e folli soluzioni – scrive l’esperto – non farebbero altro che rinsaldare la struttura distorsiva che è alla base della crisi irreversibile del sostegno e cioè che ad un alunno speciale debba corrispondere un insegnante altrettanto speciale, un binomio indissolubile, figlio di una cultura medico-individuale delle disabilità ben lontana dall’essere superata, perfino in un paese che ha visto Don Milani e Basaglia, purtroppo oggi così lontani”.
Ma, sottolinea Ianes, una simile impostazione creerebbe una deresponsabilizzazione degli insegnanti curricolari, rafforzando una delega esclusiva all’insegnante di sostegno, e porterebbe a un impoverimento complessivo della professionalità del corpo docente.
Per superare questa crisi, conclude, è necessario un cambio di paradigma abbandonando la visione di un binomio indissolubile tra alunno “speciale” e insegnante “speciale”, che continua a nutrire una cultura di separazione e specialismo.
L’inclusione non deve significare “copertura totale” o presenza continua di personale di sostegno, ma piuttosto un’integrazione reale in cui l’insegnante curricolare e quello di sostegno lavorano insieme per garantire a tutti gli alunni un ambiente educativo inclusivo.