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Carta docente pure agli Ata, per lo Snals amministrativi, collaboratori e Dsga gravati da compiti complessi che richiedono competenze in evoluzione

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Sulla Carta del docente il personale scolastico sta vivendo sentimenti diversificati. Da una parte il ministero dell’Istruzione ha rassicurato gli insegnanti di ruolo ai quali ha confermato la somma dei 500 euro, come nei dieci anni precedenti, spazzando così le voci di probabile riduzione, a seguito di una norma prodotta dal Governo Draghi per finanziare il lavoro svolto dai formatori del nuovo reclutamento. Dall’altra parte, però, facendo un passo indietro rispetto all’anno scorso, dal prossimo 14 ottobre rimarranno di nuovo esclusi dall’accesso alla Carta per la formazione i docenti precari fino al 31 agosto: se vorranno accedere all’emolumento annuale, come tutti gli altri supplenti, dovranno passare per il tribunale, a meno che non via sia un provvedimento in extremis nella prossima legge di Bilancio.

Poche ore dopo dall’annuncio ministeriale, però, spunta la protesta anche di altri estromessi dalla Carta per la formazione: sono gli oltre 200.000 dipendenti Ata delle scuole, compresi i precari con incarico annuale. A farsi portavoce del malcontento è il sindacato Snals Confsal.

Elvira Serafini, segretario generale del sindacato autonomo, ha dichiarato che “mentre da più parti si propone astrattamente la valorizzazione del personale ATA, a fronte del ridisegno in chiave specialistica dei profili professionali” è “giunto il momento di adottare decisioni concrete e immediate per dotare i Dsga, gli assistenti amministrativi e tecnici e i collaboratori scolastici di un adeguato credito per sviluppare le rispettive professionalità”.

“Al pari dei docenti – continua la sindacalista – , gli ATA, gravati da compiti sempre più complessi e che richiedono competenze in continua evoluzione, hanno la necessità, per svolgere in maniera adeguata le proprie mansioni, di disporre, senza sopportarne i costi, degli strumenti formativi e tecnici in grado di sostenere e potenziare il loro aggiornamento professionale”.

Secondo Serafini, “l’estensione al personale ATA di ruolo e con incarico annuale, nonché ai docenti con incarico annuale e fino al termine delle attività didattiche, del Bonus di cui dispone da quasi un decennio il restante personale di ruolo della scuola è ormai da considerare doveroso oltre che rispettoso degli elementari principi di parità e non discriminazione dei lavoratori. Lo Snals Confsal – conclude la sua leader – si adopererà con tutte le energie possibili, anche per eliminare definitivamente il contenzioso che si generato negli ultimi tempi affinché al personale ATA e ai docenti precari sia riconosciuto lo stesso Bonus previsto dalla Carta docenti”.

In questo contesto, fatto anche di docenti precari esclusi dall’accesso alla Carta del docente, appare difficile che la richiesta possa essere accolta. Come pure appare probabile che in assenza di un percorso legislativo in atto, l’unica strada per recuperare i 500 euro annui sia proprio quella del ricorso al giudice del lavoro.