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I giovani non leggono più perché a scuola studiano con i riassunti. Un prof di Oxford: colpa anche dei programmi scolastici

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I giovani non leggono più perché non riescono a rimanere concentrati per lunghi periodi di tempo? Sì, almeno secondo Jonathan Bale, docente di letteratura inglese all’Università di Oxford, nel Regno Unito. Lo riporta Il Corriere della Sera.

Colpa anche dei social?

Il docente ha lamentato alla Bbc che una volta era in grado di dire ai suoi studenti “questa settimana facciamo Dickens, leggete per favore Grandi Speranze, David Copperfield e La Casa Desolata”, tutti in una volta, mentre oggi, invece di tre romanzi in una settimana, i ragazzi a stento riescono a finirne uno in tre settimane.

Il professore attribuisce questa diminuita capacità di lettura a una minore durata dell’attenzione, dovuta a sua volta all’uso degli smartphone, con i loro “video di sei minuti su Youtube e le iniezioni istantanee di dopamina su TikTok”.

I benefici della lettura

Anche un recente articolo sulla rivista The Atlantic ha denunciato come i ragazzi americani arrivino all’università incapaci di leggere perché non sanno più come farlo, dato che a scuola lavorano ormai soprattutto su riassunti. E anche il professor Bale addossa in parte la colpa ai programmi scolastici semplificati.

Per il professor Bale, “l’intensa, pensosa, tranquilla lettura dei grandi libri fa bene alla salute mentale e fa molto bene allo sviluppo delle capacità di concentrazione e di pensiero critico: e se tutto ciò viene meno, diventa problematico per la società e per gli individui”.

Il corso

Su questi argomenti il corso Letture tra i banchi: grandi classici e nuovi autoriin programma dal 25 ottobre, a cura di Mariarosa Rossitto.