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Dirigentiscuola: “Giorgetti impone tagli, basta sottrarre risorse alla scuola. Valditara dica come mantenere impegni presi”

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Dirigentiscuola, sindacato che rappresenta i dirigenti scolastici, ha espresso tutto il proprio malumore per la possibilità di tagli previsti dalla manovra per la scuola:

“Il governo è alle prese con una manovra attesa in consiglio dei ministri che già si annuncia ‘piena di sacrifici’, per stare alle parole del ministro Giorgetti che proprio oggi chiede nuovamente ai ministri di “tagliare”, altrimenti sarà costretto lui a fare “la parte del cattivo”. I presidi italiani, invece, si sono sentiti raccontare una storia diversa dal responsabile del dicastero dell’Istruzione e del Merito. Valditara, infatti, annuncia che ci sono nuovi fondi in arrivo, aumenti salariali per il personale scolastico e investimenti per migliorare la qualità dell’istruzione. Qualcuno mente”.

“Nel frattempo – continua l’associazione dei Presidi italiani – DirigentiScuola racconta la realtà. A fronte delle ripetute dichiarazioni di incrementi salariali e la storia dei tre milioni di euro promessi per l’aumento della retribuzione, ci sentiamo in dovere di raccontare una storia diversa. Dei tre milioni tanto sbandierati ad oggi neanche l’ombra. L’amministrazione non è ancora in grado di dire dopo 8 lunghi mesi in quale legge o decreto normativo saranno allocati, e la cosa più grave è che sta condizionando la chiusura della contrattazione per l’anno 2024-2025 ad una cifra che i dirigenti scolastici italiani rispedirebbero volentieri al mittente,  considerato che quella cifra altisonante e roboante,  si riduce in termini matematici a poco più di 10 euro netti al mese. Una cifra che, di fronte all’inflazione galoppante e al crescente costo della vita, appare a dir poco offensiva. Si promettono adeguamenti e miglioramenti delle condizioni lavorative, ma nella pratica questi interventi risultano ridicoli e inadeguati.

Ulteriore incoerenza si manifesta sul fronte della contrattazione collettiva: non è stato ancora emesso alcun atto d’indirizzo per il rinnovo del contratto d’area  2025-2027 e i contratti attuali sono bloccati da mesi. Alcune importanti parti del contratto vigente restano inapplicabili a causa della paralisi delle relazioni sindacali. La mancanza di un sistema di valutazione della performance dei dirigenti scolastici, da cui dipende la retribuzione di risultato, aggrava uno scenario già preoccupante. Schiacciati da una burocrazia arcaica e dalle scadenze del PNRR, pensate in Europa ma inadeguate per il sistema scolastico italiano che arranca nel compimento di una missione impossibile, i dirigenti continuano a percepire una retribuzione di risultato di soli 5 mila euro lordi l’anno. Questa cifra appare ridicola se confrontata con quella dei dirigenti ministeriali di pari grado, che possono arrivare a percepire fino a 45 mila euro, con nessuna responsabilità personale e la gestione di uffici strapieni di funzionari di settore. Le situazioni critiche sono tante, le denunciamo quotidianamente nell’indifferenza del dicastero dell’istruzione e del merito a cui chiediamo almeno un’operazione verità nei confronti di una categoria che merita chiarezza e non contraddizioni. A parole si promettono adeguamenti e miglioramenti delle condizioni lavorative, ma nei fatti solo indifferenza. Assistiamo continuamente – conclude la nota di DirigentiScuola – ad artifici linguistici e comunicativi per nascondere il progressivo sgretolamento del sistema scolastico italiano”.