Home Attualità Intervallo in aula e sorvegliato dai prof: 400 studenti non entrano in...

Intervallo in aula e sorvegliato dai prof: 400 studenti non entrano in classe per protesta contro la decisione della dirigente

CONDIVIDI

Intervallo in aula e sotto la supervisione dei professori, senza poter uscire nei corridoi e quindi incontrare ragazzi di altre classi: questa la drastica decisione, che sta facendo discutere, di una scuola di Pavia, secondo quanto riportano La Provincia Pavese e La Repubblica.

La motivazione alla base della drastica decisione

Il motivo? Evitare che i ragazzi fumatori pur di concedersi una sigaretta escano nel cortile dell’istituto, dov’è attualmente vietato l’accesso per ragioni di sicurezza, dato che sono in corso dei lavori per la realizzazione di una palestra e transitano spesso i mezzi del cantiere.

Per tenere sotto controllo alcuni, però, vengono penalizzati tutti: per questo i ragazzi hanno deciso di manifestare pubblicamente il proprio dissenso rispetto a questa misura: ieri, ad esempio, in quattrocento si sono rifiutati di entrare in classe, scioperando per le prime due ore.

“Si parla di sicurezza in una scuola in cui ci sono muri scrostati, aule piene di muffa e di recente è stato persino visto un topo camminare nei corridoi – è uno dei commenti affidati ai social – I ragazzi non hanno scioperato solo per il quarto d’ora d’intervallo, ma anche per altri problemi dell’istituto, ben più gravi”.

“Alcuni nostri compagni sono stati bocciati – ha detto una giovane – l’intervallo era l’unica occasione per vederci nonostante fossi in classi diverse”.

L’apertura della ds

“Le famiglie ci affidano i loro figli e il compito della scuola è garantire sicurezza. Le uscite in cortile senza permesso sono un problema che si trascina da anni: serviva un segnale forte, dopo i continui avvisi che abbiamo dato agli studenti. Ora sono chiamati ad assumersi le loro responsabilità. Con i candidati rappresentanti di istituto abbiamo ci siamo impegnati a discutere della decisione in occasione delle prossime assemblee per riflettere su quanto successo: se gli incontri daranno esito positivo, siamo pronti a tornare indietro. Il mio non vuol essere un atteggiamento repressivo”, ha garantito la dirigente scolastica.