Si è svolta sabato 19 ottobre a Roma la XVII Giornata pedagogica della scuola cattolica, nel corso della quale è stato presentato e discusso l’ultimo Rapporto sulla scuola cattolica, realizzato dal Centro studi per la scuola cattolica. Oltre al presidente e al segretario generale della CEI, hanno preso la parola il prof. Adriano Fabris, docente di filosofia morale e teoretica all’Università di Pisa, il prof. Fabio Pasqualetti, ordinario di Teorie Sociali della Comunicazione all’Università Pontificia Salesiana di Roma e la dott.ssa Mariolina Ceriotti Migliarese, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta a Milano.
Il campione studiato è sicuramente significativo, se si pensa ai numeri delle scuole cattoliche oggi presenti in Italia: 540.690 alunni suddivisi in 7.713 istituti, di cui 5.677 dell’infanzia, 990 primarie, 504 medie e 542 secondarie.
Come riferito dal quotidiano Avvenire, al centro del Rapporto, non l’emergenza ma le emergenze educative: questo Rapporto declina l’allarme al plurale – afferma il presidente della commissione episcopale – non per accentuarne il peso con la moltiplicazione dei casi ma, in un certo senso, per agevolarne la soluzione attraverso l’analisi particolare di alcune delle tante manifestazioni che compongono l’unica e multiforme emergenza di cui si parla.
In particolar modo, la seconda parte del Rapporto individua diverse emergenze educative, che vengono raggruppate in tre distinte categorie: emergenze di sistema, soggettive ed etiche. Nel primo gruppo il Rapporto segnala la rivoluzione digitale che, come sottolinea il coordinatore scientifico del Centro studi, ha radicalmente trasformato il nostro modo di comunicare, di apprendere e di vivere, coinvolgendo inevitabilmente anche la scuola, con una rapidità di trasformazione difficile da sostenere. È un’emergenza di sistema anche la crisi della famiglia, che ha subito – secondo gli estensori del Rapporto – le maggiori trasformazioni, sicuramente più della scuola.
Un’emergenza che il Centro studi inserisce tra quelle «soggettive», è la sessualità, la definizione della propria identità in fase adolescenziale, l’esposizione alla pornografia.
Le emergenze etiche, dal canto loro, sono piuttosto legate alla relazione e alla responsabilità: fraternità sociale, capacità di relazionarsi con gli altri comprendendone istanze, fragilità, idee, ma anche educazione alla difesa dell’ambiente e di tutti gli esseri che lo popolano, sono tante ‘competenze’ che hanno bisogno di essere decisamente potenziate negli adolescenti di oggi, piuttosto inclini all’introversione, alla solitudine sociale e all’indifferenza.
Il Rapporto tiene a segnalare che non si tratta del solito ‘cahier de doléances’, ma ammette sinceramente che non si intravedono soluzioni immediate ai problemi esposti. Tuttavia – conclude Avvenire – avere cercato di individuare le varie forme in cui l’emergenza educativa si manifesta è già un passo importante per immaginare piste di intervento.