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Si trasferisce a 350 km di distanza da casa per insegnare due ore a settimana: “È il mio sogno, ma bisogna cercare altri lavori”

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Ancora storie particolari relative a docenti precari. Stavolta a ricevere l’attenzione mediatica è una docente di scienze motorie di 42 anni di Latina che si è trasferita a 350 chilometri di distanza da casa, a Livorno, per insegnare solo due ore a settimana.

La vicenda

La sua storia è raccontata da Il Tirreno. “Per ora ho soltanto due ore, più la terza di programmazione, a settimana in una scuola primaria: troppe poche ore. Bisogna cercare altri lavori per arrivare a uno stipendio ‘normale’ a fine mese. Anche perché un insegnante precario, come fascia di stipendio a seconda delle ore, può prendere dai 200 ai 1500 euro circa mensili”, ha detto la donna, che ha sempre avuto il sogno di insegnare e ha partecipato al concorso Pnrr.

La docente è laureata in scienze motorie (e pedagogia). “Ho ricevuto quest’anno il primo incarico fino al 30 giugno. Sono romana e ho vissuto per dieci anni con la famiglia a Latina, ma lì non ero mai riuscita a insegnare, eppure sono laureata in Pedagogia e Scienze motorie. Ho deciso così di fare il concorso Pnrr in Toscana per scienze motorie prendendo 197,5, punteggio frutto unicamente della seconda laurea magistrale e delle prove (scritto e orale): solo questo e sono stata scavalcata da riservisti nella graduatoria finale. Ho vissuto il trasferimento con difficoltà, ma con la speranza di poter finalmente lavorare dopo due lauree magistrali”.

“Insegnare è il mio sogno, da sempre: i miei genitori erano docenti e ho preso le due lauree proprio per insegnare: ho fatto sport agonistico e insegnare ai più giovani motoria per me è un sogno, da abbinare alla pedagogia”, ha detto.

“Non farò il concorso Pnrr 2”

“Mi chiedo sempre: quante ore lavoreremo; lavoreremo il prossimo anno; se sì, con i soliti ragazzi? Le domande sono tante: c’è il tema poi dei corsi di abilitazione che hanno un costo che non tutti possono permettersi e poi, nel mio caso, sono laureata in pedagogia e ho dovuto fare un’abilitazione in pedagogia prima del concorso, è paradossale: cosa mi porta di più come formazione? Anche quest’ultimo aspetto andrebbe rivisto”, ha aggiunto, non senza qualche critica all’attuale sistema.

“Intanto vorrei dire che mi spiace soprattutto per i ragazzi che si affezionano, spiace vedere che non hanno continuità nell’insegnamento in più materie. Comunque, non farò il concorso Pnrr 2, lottiamo per le graduatorie a scorrimento. Assurdo, anzi, che non venga fatto, quando ci sono persone, come me, scavalcate dai riservisti (sto parlando di servizio civile universale), anche se avevo un punteggio più alto”, ha concluso.

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