Sciopero scuola, Studenti Medi: “Meno alunni per classe migliorerebbe il rapporto con i docenti”

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Oggi, giovedì 31 ottobre, davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito, a Viale Trastevere, a Roma, si è svolta una manifestazione organizzata dalla Flc Cgil contro la Legge di Bilancio. La protesta ha visto la partecipazione di numerosi studenti rappresentati dalla rete degli Studenti Medi, un’associazione studentesca che sostiene la mobilitazione del mondo della scuola, unito nel chiedere investimenti e risorse per un’istruzione pubblica migliore.

“Non siamo qui solo per solidarietà ai lavoratori della conoscenza,” ha dichiarato Paolo Notarnicola della Rete degli Studenti Medi, “ma anche per difendere le nostre istanze. Quella di oggi è una tappa in un percorso di mobilitazione nazionale.” Gli studenti, infatti, non si sono limitati a presidiare il ministero nella capitale, ma hanno partecipato ad azioni simili in diverse città italiane.

Secondo Notarnicola, la Legge di Bilancio non risponde adeguatamente ai bisogni della scuola pubblica. Al contrario, applica una nuova “spending review” che penalizza il diritto allo studio, limitando i fondi per il personale e per l’edilizia scolastica. “Invece dei tagli, servirebbero investimenti – sia per aumentare il numero dei docenti, che per migliorare la sicurezza degli edifici scolastici,” ha aggiunto.

Tra le preoccupazioni più urgenti, il rischio che si concretizzi il taglio di 8.000 posti tra personale docente e ATA, situazione che, secondo gli studenti, aggrava il già problematico sovraffollamento delle classi. “È un problema che colpisce anche la qualità dell’istruzione. Meno studenti per classe migliorerebbe il rapporto tra docenti e alunni, ma questi tagli vanno nella direzione opposta.”

Gli studenti si oppongono anche alle riforme del ministro Valditara, che, tra le altre cose, promuovono una crescente “aziendalizzazione” degli istituti tecnici e professionali. “Questo orientamento limita la nostra libertà di scelta, indirizzandoci sempre più verso un mondo del lavoro precario,” afferma Notarnicola.

Il 15 novembre la protesta si estenderà con oltre trenta manifestazioni in tutta Italia. Gli studenti chiedono investimenti che rendano il diritto allo studio accessibile e gratuito, visto che, ad oggi, il costo di frequentare la scuola può superare i 1.200 euro tra libri, dizionari e materiali. La loro battaglia, tuttavia, è anche per la difesa della libertà di espressione e contro il clima repressivo verso le nuove generazioni.

Infine, Notarnicola esprime preoccupazione per l’autonomia differenziata, che potrebbe introdurre un sistema educativo disomogeneo da regione a regione. “Se passasse, avremmo un diritto allo studio a macchia di leopardo. Noi studenti ci battiamo per un’istruzione pubblica che sia uguale da nord a sud e accessibile a tutti.”