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Dirigente scolastica invita le famiglie a non usare chat WhatsApp: “Dannose e non apportano benefici”

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In un istituto di Prato, come in molte scuole italiane, è scattato il divieto di portare i cellulari in classe. Gli studenti lasciano i telefoni in cassette all’ingresso e li riprendono solo all’uscita. Questo regolamento è in linea con la circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito dello scorso luglio, che ha introdotto il divieto di smartphone durante le lezioni per le scuole del primo ciclo. Tuttavia, qui la “battaglia” non si limita a ridurre l’uso dei device, ma punta anche a contrastare i pericoli delle chat online, con corsi specifici per i genitori sui rischi della rete e attività per gli studenti che stimolano la socializzazione, dalla ceramica agli scacchi.

Come riporta Repubblica, la dirigente scolastica racconta come la limitazione dei cellulari sia parte di un progetto educativo più ampio. “Questo è un provvedimento che applico da sempre,” spiega. “Mi sorprende che faccia notizia, ormai è una pratica comune. Combatto da anni contro l’abuso di schermi, che considero dannosi per i giovani. I telefoni restano chiusi al sicuro ogni mattina, soprattutto alle medie, mentre per le attività digitali usiamo dispositivi della scuola senza accesso alla rete”.

Il regolamento dell’istituto non si ferma ai telefoni degli studenti: anche il personale docente e non docente è tenuto a limitare l’uso dei cellulari. Inoltre, Pirone ha preso posizione contro l’uso delle chat di gruppo, criticando l’uso improprio di questi strumenti per veicolare critiche o calunnie. “Ho invitato le famiglie a evitare chat di classe,” afferma, “perché spesso sono dannose e non apportano benefici”.

Le iniziative della scuola comprendono incontri mensili per i genitori, iniziati a novembre, per sensibilizzare sugli effetti negativi della rete, dalla prevenzione del cyberbullismo alla tutela della salute mentale. Per gli studenti, sono stati attivati corsi aggiuntivi che puntano a sviluppare abilità manuali e relazionali: scrittura in corsivo, scacchi, coding, educazione ambientale e, da gennaio, anche teatro e hip hop. Pirone sottolinea l’importanza di queste attività per compensare l’impatto negativo della tecnologia: “Gli studi dimostrano che un uso prolungato degli schermi riduce del 40% le capacità intellettive e impoverisce il lessico. Vogliamo promuovere l’interazione umana e il piacere della conversazione”.