Si è svolta oggi, mercoledì 6 novembre, alle 15, il question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall’Aula di Montecitorio, a cura di Rai Parlamento.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha risposto a una interrogazione sulle iniziative volte all’introduzione dell’insegnamento dell’educazione sessuale e affettiva nei corsi scolastici del primo e del secondo ciclo di istruzione (Zanella – AVS).
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Ecco il testo dell’interrogazione
ZANELLA, PICCOLOTTI, BONELLI, BORRELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI e ZARATTI. — Al Ministro dell’istruzione e del merito.
Sara, uccisa a 18 anni dal coetaneo vicino di casa; Aurora, 13 anni, spinta giù dal balcone dal «fidanzatino» di 15 anni. Due femminicidi di giovanissime da parte di coetanei;
secondo l’ultimo report su giovani e violenza di genere del Servizio analisi della direzione centrale polizia criminale, presentato nel maggio 2024, sono le giovani under 35 a subire due violenze sessuali su tre, la stessa percentuale di violenze di gruppo e la diffusione di immagini sessualmente esplicite. Inoltre, si evidenzia l’aumento di violenze di gruppo ai danni di bambine sotto i 13 anni, balzate negli ultimi cinque anni dal 4 al 10 per cento;
a commettere questi reati sono per lo più giovani: uno su quattro è addirittura minorenne;
«la violenza di genere – è l’analisi della polizia criminale – non può essere superficialmente liquidata come un retaggio del passato che si va a superare con un ricambio generazionale. C’è dunque una necessità di porre attenzione alle nuove generazioni»;
Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, in una memoria inviata alla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, evidenzia la necessità di interventi educativi per decostruire stereotipi di genere e riconoscere le varie forme di violenza;
dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin, il Ministro interrogato ha presentato il progetto sperimentale «Educazione alle relazioni» rivolto alle scuole secondarie di secondo grado. Il progetto, di cui non si hanno notizie sulle adesioni delle scuole, si sviluppa in percorsi educativi extra-curriculari, con un impegno di 30 ore annue, a partecipazione facoltativa, ogni istituto aderisce su base volontaria, previo consenso dei genitori;
l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza durante la sua relazione annuale al Parlamento ha dichiarato che «bisogna investire sulla cultura dell’educazione all’affettività, alla parità di genere e al rispetto dell’altro.». Nel sottolineare che il piano «Educazione alle relazioni» non avrà gran successo perché «30 ore fuori dall’orario scolastico su base volontaria non sono sufficienti», afferma che «si tratta di una materia che andrebbe introdotta nelle scuole fin da piccoli. Perché è fin da piccoli che si deve imparare il rispetto e l’educazione per l’altro» –:
se non ritenga di dover convenire sulla necessità di introdurre nei corsi scolastici del primo e del secondo ciclo di istruzione, con orario aggiuntivo, l’insegnamento dell’educazione sessuale e affettiva finalizzato alla crescita educativa, culturale ed emotiva, per contrastare stereotipi, anche quelli omofobici, e favorire relazioni più consapevoli e rispettose tra ragazze e ragazzi.
Ecco la risposta di Valditara: “La violenza contro le donne è aberrante. Dobbiamo creare una società in cui una donna non venga più svilita. Se vogliamo mettere fine a ogni prevaricazione e violenza dobbiamo affermare la cultura del rispetto e il valore della persona”.
“La scuola ha una finalità educativa fondamentale, modella la cultura di un Paese. La scuola dunque è il luogo privilegiato per farlo. Abbiamo deciso di intervenire con una riforma dell’insegnamento dell’Educazione Civica. Abbiamo inserito l’obiettivo rivolto al contrasto alla violenza contro le donne per educare a relazioni corrette e rispettose. Il progetto ‘Educare alle relazioni‘ si inserisce in tutte le discipline”.
“Queste tematiche saranno affrontate da ogni docente parallelamente alla propria disciplina. Ci sono anche le recenti norme sulla condotta. Risulta necessario creare laboratori contro il bullismo a scuola. Solo mettendo al centro la cultura del rispetto possiamo sconfiggere ogni manifestazione di maschilismo e discriminazione”.
“Ci risponde con l’Educazione Civica? Questo è penoso, sono 33 ore l’anno. Serve educazione sessuale. Serve un’ora obbligatoria a tutti i ragazzi e lei invece sta facendo di tutto affinché queste attività siano facoltative. La tutela del corpo delle donne non è un optional ma un obbligo”, questa la risposta di Piccolotti (Avs).