“Le ragioni di chi ha conseguito un risultato grazie alla propria bravura, quelle dei docenti che hanno superato l’ultimo concorso a cattedre, non possono essere rimosse per opportunismo politico, per dare voce alla demagogia delle 100.000 assunzioni”. È con queste parole che Luciano Canfora, professore emerito di Filologia Classica all’Università degli Studi di Bari, esprime la propria solidarietà agli insegnanti inseriti in Graduatoria di Merito del concorso 2012 e non ancora assunti come alcune migliaia di altri colleghi nelle loro stesse condizioni.
Il profondo conoscitore del mondo antico e saggista, venuto a conoscenza degli esiti dilatori (agli anni 2016 e successivi) delle assunzioni ai danni di chi è stato promosso all’unico concorso per docenti bandito degli ultimi 15 anni, contenuti nel disegno di legge n. 1934 sulla scuola, si dichiara “prontissimo a esprimere indignazione per questo modo di procedere dell’esecutivo”. In una conversazione avvenuta ieri con la portavoce dei docenti del gruppo GM2012 in rispetto del T.U.,Romina Pepe, Canfora dice: “Sono felice che abbiate scelto di protestare per quello che state subendo. Non condivido assolutamente, per parte mia, l’atteggiamento di chi tace perché ‘il padrone potrebbe incattivirsi’: lo dico da cittadino, prima che da uomo di scuola e studioso”.
Con riferimento allo strumento della deroga alla legge, utilizzato illegittimamente dal Governo per escludere le altrimenti dovute assunzioni nel 2015 degli insegnanti in Graduatoria di Merito, Canfora continua: “Il peccato originale di questo governo è la sua illegittimità dal punto di vista della sanzione popolare, e questa illegittimità è diventato il suo ‘marchio di fabbrica’: calpesta ogni legge e ogni presa di posizione degli organi costituzionali vocati ad esprimersi; si vedano gli esempi, clamorosi, dell’Italicum, che ricalca in modo quasi pedissequo gli elementi incostituzionali del Porcellum, su cui si è espressa già la Consulta, e la Legge Severino, seguita ad personam e quando serve”.
“E’ evidente – prosegue il docente universitario – che a proposito del tema scuola, le ragioni di chi ha conseguito un risultato grazie alla propria bravura, quelle dei 6.300 docenti che hanno superato l’ultimo concorso a cattedre, non possono essere rimosse per opportunismo politico, per dare voce alla demagogia delle 100.000 assunzioni. Questo segnerà il futuro della scuola e costituirà un pericoloso precedente: altro che acquattarsi in attesa dell’elemosina che il Governo vi fa! Principiis obsta, diceva Ovidio: bisogna fare in modo che il male non progredisca, bisogna mettervi un freno, adesso!”
Il filologo critica anche l’attuale titolare del dicastero di viale Trastevere: “Sono sconcertato anche dal fatto che il Miur risulti, in realtà, ‘sede vacante’, perché il ministro Giannini, dimentico della sua stessa parola e di ogni principio etico, pare intenzionato a salvaguardare unicamente le sua feluca per qualche altro mese, e non quei principi di giustizia, equità e rispetto delle leggi che andrebbero oltremodo difesi in un dibattito sulla scuola pubblica”.
“Mi auguro riusciate – conclude Luciano Canfora rivolgendosi ai docenti del Gruppo GM2012 in rispetto del T.U. – a far sentire le vostre ragioni: provate con una martellante gragnuola di lettere ai quotidiani, che è uno strumento da non dimenticare. Provate anche con i giornali stranieri: fate in modo che anche per i giornalisti questo diventi un caso di coscienza, perché un conto è lanciare strali rispondendo all’urlo indistinto della piazza, un altro conto è usare la penna per i pochi, che, anche questo non va dimenticato, sono pochi, ma meritevoli”.
Romina Pepe, ringraziando il professore per l’appoggio offerto, commenta: “Da parte nostra, c’è piena disponibilità a un dialogo costruttivo con il Governo per rimuovere dal ddl gli aspetti di incostituzionalità circa il rinvio una tantum delle nostre assunzioni. Auspichiamo che l’esecutivo e i senatori non rimangano insensibili di fronte alla prospettiva di approvare un provvedimento penalizzante nei confronti del merito di chi ha superato il concorso, e con caratteristiche di sicura illegittimità, ai sensi di un parere pro veritate redatto dal costituzionalista Miche Ainis, che siamo prossimi a divulgare alla stampa”.