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Matteo Messina Denaro, la nipote avvocata che lo ha difeso si occupa di pensioni al Ministero dell’Istruzione e del Merito

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Un’altra persona vicina al boss siciliano Matteo Messina Denaro ha a che fare con la scuola. Dopo la condanna a undici anni di Laura Bonafede, maestra considerata “amante” del mafioso oggi La Repubblica rivela che sua nipote, l’avvocata che l’ha difeso, lavora da poco al Ministero dell’Istruzione e del Merito.

La donna ha cambiato vita?

L’attuale incarico, nel dettaglio, è all’Ufficio scolastico regionale per il Lazio: “È stata assunta a seguito di rituale concorso – precisano dal Mim – è impiegata presso l’ufficio pensioni di un’articolazione provinciale”. La donna ha difeso lo zio fino all’anno scorso.

In carcere ci sono sua madre, suo padre, suo fratello e il suo ex marito. Adesso la donna si è pure cancellata dall’albo degli avvocati.

Matteo Messina Denaro, Bonafede accusata di associazione mafiosa

La Procura di Palermo, lo scorso giugno, ha chiesto la condanna a 15 anni di carcere per Laura Bonafede. La docente è accusata di associazione mafiosa. Secondo Ansa per la Procura di Palermo l’imputata sarebbe stata un pezzo fondamentale del meccanismo che per 30 anni ha protetto la latitanza di Messina Denaro. I due, insieme alla figlia della donna, ai domiciliari per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, avrebbero vissuto insieme e si sarebbero comunque sempre frequentati.

“Eravamo una famiglia”, scriveva il capomafia in un pizzino. Lei si occupava del sostentamento e della sicurezza del boss, gli faceva la spesa durante la pandemia nel timore che si ammalasse e non potesse uscire di casa, condivideva con lui linguaggi cifrati, segretissimi pizzini, affari e informazioni sulla cosca. 

L’arresto della maestra

Il 13 aprile 2023 la maestra elementare, 56 anni, è stata arrestataIl pool coordinato dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido le ha contestato i reati di procurata inosservanza della pena e favoreggiamento, con l’aggravante di avere favorito l’organizzazione mafiosa.

Stessi reati che il sostituto procuratore Gianluca De Leo contesta alla figlia della donna, arrestata poi lo scorso dicembreSecondo Ansa il boss, la ragazza e la madre avrebbero condiviso anche periodi di convivenza durante la latitanza.