Come tutti ormai sanno, il piano straordinario di assunzioni del Governo esclude a tutt’oggi i docenti abilitati di II fascia d’istituto, nonché quelli di III fascia non abilitati, ma in possesso di titolo di studio valido per poter accedere all’insegnamento, non prevedendo il loro inserimento nelle graduatorie a esaurimento (GAE) da cui, unitamente alla graduatoria del concorso 2012, si attingerà per le immissioni.
Non a caso allora la 7ª Commissione permanente del Senato, in sede di esame del famigerato disegno di legge n. 1934 sulla Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione, ha presentato un Odg con il quale impegna il Governo a inserire nelle graduatorie a esaurimento, in funzione della formazione di un unico elenco a scorrimento, anche gli appartenenti alle graduatorie di II e III fascia d’istituto, in modo da riconoscere e valorizzare il loro titolo di studio, gli anni di servizio prestati, i titoli scientifici ed eventuali specializzazioni conseguite, nonché creare le condizioni affinché, indipendentemente dalla provenienza e dalla categoria di appartenenza, tutti gli aspiranti docenti siano immessi in ruolo in base a criteri di equità, trasparenza e meritocrazia.
Si cerca così di sanare un annoso problema, quello relativo al reclutamento del personale docente, avvenuto attraverso la costituzione di una pluralità di graduatorie, a loro volta suddivise internamente in più fasce contrapposte tra loro: da una parte i vincitori di concorsi, dall’altra coloro che hanno ottenuto l’abilitazione avendo frequentato Scuole di specializzazione all’insegnamento secondario (SSIS), tirocini formativi attivi (TFA e TFA speciali) e percorsi abilitanti speciali (PAS).
Invece, non solo non si attuano le 150mila assunzioni promesse nel piano “La Buona scuola”, ma il disegno di legge in esame contribuisce a creare ulteriori tensioni all’interno del comparto scuola generando conflitti tra lavoratori e personale precario della scuola e alimentando innumerevoli contenziosi amministrativi.
Assunzioni sì, ma per tutti coloro che ne hanno diritto. O, come sempre, bisognerà accontentarsi?