Il responsabile 61enne di un centro di formazione pugliese è stato arrestato con l’accusa di aver erogato falsi titoli utili per l’inserimento nelle graduatorie pubbliche per il personale Ata o per le graduatorie delle supplenze. Sequestrati anche beni per un valore complessivo di oltre 130mila euro. Lo riporta Il Corriere della Sera.
Oltre cento certificati falsi
Venivano forniti certificati falsi per corsi mai svolti, ottenuti pagando dai 300 ai 1500 euro. Insomma, un vero e proprio diplomificio. Le indagini, che sono durate diversi mesi, hanno portato alla luce il rilascio di oltre cento certificati falsi.
Il responsabile del centro era già stato arrestato a maggio per truffa aggravata e circonvenzione d’incapace. In seguito all’arresto, le misure cautelari erano state gradualmente alleggerite, passando agli arresti domiciliari e poi all’obbligo di dimora. A ottobre, però, il questore di Bari aveva emesso un avviso orale a carico dell’indagato, confermandone la pericolosità sociale.
Un sistema contorto
Le indagini hanno rivelato che l’indagato aveva messo in atto un sistema di intestazioni fittizie per sfuggire al pagamento di debiti con il Fisco, per un totale di circa 270 mila euro. L’uomo aveva anche trasferito a terzi la titolarità della sua società, i conti correnti e persino un’auto, in modo da sottrarsi al recupero crediti da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il valore complessivo dei beni coinvolti nelle operazioni di trasferimento fraudolento e delle somme sequestrate supera i 360 mila euro, comprensivo di 230 mila euro in movimenti sui conti correnti e 130 mila euro in beni confiscati.
Sulla base delle prove raccolte, il gip ha quindi disposto l’arresto dell’indagato e il sequestro preventivo di due aziende operanti nel settore della formazione, conti correnti, carte prepagate, gioielli e un’auto.