Probabilmente molti burocrati non si rendono conto del fatto che il cuore del lavoro degli insegnanti è l’insegnamento, un lavoro che per essere fatto bene richiede enormi quantità di tempo, di attenzione e di energie; certificare, relazionare, programmare, verbalizzare dovrebbero essere invece attività a margine dell’insegnamento, limitate allo stretto necessario come cornice di chiarificazione, per non togliere spazio al lavoro sui contenuti disciplinari e alla relazione umana con le classi. Grande attenzione verso le persone in crescita, con tutta la loro preziosa delicatezza; energie investite interamente nell’insegnamento dei contenuti disciplinari anziché nella burocrazia: sono le uniche cose che servono davvero alla scuola.
Ora, non tutti i burocrati sono dei nemici della scuola, non tutti (parecchi sì) usano la burocrazia per smantellarla dall’interno, come arma di potere, come un apparato che serve a trasformare gli insegnanti in tristi e passivi esecutori: ci sono anche persone in buona fede che, non svolgendolo, non si rendono conto di quanto il lavoro dell’insegnante sia impegnativo e di come ogni incombenza burocratica in eccesso distolga chi insegna dai suoi compiti principali, a tutto danno degli studenti. Forse bisognerebbe cominciare a spiegarlo chiarmente e con pazienza, invece di eseguire immediatamente tutto quello che ci viene chiesto di fare, per una pace giusta e necessaria tra insegnanti e burocrazia.
Gruppo La nostra scuola
Associazione Agorà 33