Lettera aperta al Ministro dell’Istruzione e del Merito
mi rivolgo a Lei per sottoporre alla Sua attenzione la situazione di numerosi idonei dell’ultimo concorso docenti, come nel mio caso. È stata una sorpresa e un profondo rammarico apprendere che, diversamente da quanto accadeva in passato, gli idonei del Concorso 2023/24, non potessero essere inseriti in una graduatoria di merito, condizione che in precedenza, permetteva agli insegnanti risultati idonei, di accedere progressivamente ai posti in base allo scorrimento delle liste.
Ritengo opportuno evidenziare che, il diritto dei vincitori e idonei di concorso ad essere inseriti in graduatorie di merito, è un principio consolidato, come previsto dal D.Lgs. n. 297 del 1994, art. 400 e successive modifiche. Questo criterio, ha sempre garantito un equo riconoscimento del merito e dell’impegno degli aspiranti docenti, facilitando l’accesso alla professione attraverso una procedura trasparente e meritocratica.
Nel mio caso specifico, ho vinto 2 concorsi per cdc A012 e A022, rispettivamente tenutisi ad Acquaviva delle Fonti (BA) e Brindisi; quest’ultima prova orale, però, si è svolta “a porte chiuse”, contrariamente alle disposizioni di legge, e in cui, i criteri selettivi adottati, non erano del tutto conformi alle materie d’esame.
Le cito alcune tracce estratte:
“I Premi Nobel per la letteratura nel 1996: Wistawa Szymborska”;
“Gli Indiani Sioux” e così via.
I criteri stabiliti da tale Commissione con riferimento alla prova orale, erano oltre che incoerenti, anche non idonei a determinare parametri di valutazione corretti, per via del fatto che i programmi previsti dalla mia cdc, essendo già di per sé spropositatamente vasti, venivano gravati ulteriormente dalla formulazione di quesiti inappropriati, non creando, di certo, condizioni ottimali per i candidati nel dimostrare le proprie capacità e conoscenze, relativamente al ruolo da ricoprire.
Non era stato Lei stesso a dichiarare: “L’esame non può verificare una conoscenza totale dello scibile umano?”. Nonostante queste incongruità, speravo comunque di avercela fatta. Ho insegnato per cinque anni nella scuola privata e altri nove in quella pubblica, ciononostante chiedete ancora ai docenti, un’ulteriore abilitazione all’insegnamento (DPCM 60 CFU) la quale, ha oltretutto, i suoi costi. Senza contare la mercificazione dei titoli necessari per le graduatorie del personale scolastico, denunciata anche dall’ ANDIS (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici) che avrà come diretta conseguenza, delle ripercussioni sulla qualità del sistema di istruzione.
A tutto questo, si aggiunge il fatto di aver eliminato la graduatoria di merito che permetteva agli idonei di accedere a un incarico stabile, escludendo l’ulteriore necessità di partecipare a nuovi concorsi. Tale meccanismo di graduatoria, come previsto in passato, rappresentava una garanzia di trasparenza e pubblicità nelle selezioni pubbliche, oltre a rispettare i principi di equità, meritocrazia e continuità professionale per chi, come me, ha dimostrato le proprie competenze attraverso un esame selettivo e rigoroso.
Sono madre di due figli minorenni, affidati esclusivamente a me, già chiamata a conciliare l’impegno professionale con la gestione familiare, e la prospettiva di dover partecipare a un nuovo concorso per accedere alla professione, è estremamente gravosa.
La mancanza di stabilità professionale, rappresenta per me e per molti altri, una preoccupazione costante, soprattutto per il futuro dei nostri figli. Ogni nuovo concorso, richiede un notevole impegno di studio e sottrae tempo prezioso alla mia famiglia, già oberata da molteplici difficoltà. Ritengo, pertanto, che sia un diritto dei docenti idonei, anche se non immediatamente vincitori, di ottenere un incarico attraverso una graduatoria a scorrimento.
Per queste ragioni, mi appello alla Sua sensibilità e alla Sua attenzione, per i diritti e le esigenze delle famiglie e confido in una Sua riflessione su quanto esposto.
Le chiedo rispettosamente di considerare il ripristino delle graduatorie di merito per gli idonei, permettendo a chi, come me, ha dedicato tempo ed energie, di vedersi riconosciuto un diritto inviolabile, quello al lavoro, sancito dalla nostra stessa Costituzione (art.1,4,35,37).
Sonia Montefusco