Oggi, 18 novembre, dopo che sabato si ha avuto notizia dell’aggressione di una docente di sostegno da parte di un gruppo di trenta genitori inferociti nel napoletano, la scuola dove tutto è avvenuto è blindata. A presidiarla, come riporta Ansa, i Carabinieri, al fianco dei genitori che stanno tentando di nascondere i bambini da curiosi e giornalisti.
La dirigente scolastica ha richiesto la presenza dei Carabinieri
All’esterno del plesso, sui cancelli, sono stati sistemati due striscioni: “Si ai docenti, no alla direzione” e “tutela per i nostri figli, solidarietà alle mamme”. E’ stata la stessa preside dell’istituto a chiedere la presenza delle forze dell’ordine visto il permanere di un clima pesante intorno alla vicenda.
La docente aggredita, a casa in malattia dopo il trauma cranico riportato, non sarà ovviamente in classe. Le famiglie che la contestano, dando credito alle voci su presunte molestie sessuali ai danni di alcuni alunni, insistono nel chiedere il suo allontanamento e minacciano di far ritirare in blocco i propri figli dalle lezioni.
Nel frattempo dall’esame dei telefoni cellulari della docente e di alcuni alunni non sono emersi elementi a sostegno delle accuse, che alcune mamme confermano invece sui social. Nessuna traccia di video compromettenti, ipotesi di cui alcuni genitori avevano parlato agli investigatori.
“Noi non ce l’abbiamo con gli insegnanti, io in questa scuola ho tre figli, ma siamo rimaste inascoltate. Io quell’audio con espliciti contenuti sessuali l’ho sentito. E si continua a parlare di camorra. Ma qui non c’entra la camorra”, queste le parole di una mamma, come riportato da Il Corriere della Sera.
“Tutto è partito da alcuni messaggi audio circolati nelle nostre chat in maniera virale. Ci hanno chiamato camorriste, hanno detto che siamo bestie ma la verità è totalmente diversa”. A parlare è la mamma autrice di un post poi diventato virale su Facebook: “L’ho scritto giovedì sera, ore dopo che è avvenuta l’aggressione. Quanto forte può essere l’urlo di una madre?”, si legge nel post, “molti penseranno che è potentissimo, invece no, non lo è! L’urlo di una madre che porta i suoi figli in una scuola che ormai cade a pezzi, un relitto alla deriva, nessuno lo ha sentito, nemmeno chi è capo di questa scuola”.
Oggi in classe sono entrati pochi alunni. “Ci sono bambini – raccontano ancora le mamme – “che hanno visto quanto accaduto in televisione e, spaventati, non volevano venire a scuola. Una mamma, per convincere il figlio gli ha detto che i carabinieri erano lì perché c’era stato un crollo nella palestra”.
Proseguono le indagini
All’attenzione di chi indaga c’è anche il clima di avversione cresciuto negli ultimi giorni intorno all’insegnante di sostegno, che aveva scoperto un ragazzino a fumare nei bagni provocando un provvedimento di sospensione nei suoi confronti.
La docente aveva subito ad agosto l’hackeraggio dei profili social, e ricevuto negli ultimi giorni minacce di morte via chat. I carabinieri indagano poi sull’aggressione ai danni della donna: nei prossimi giorni dovrebbero essere identificati i partecipanti al raid per accertare le singole responsabilità.
Disposta ispezione
Come abbiamo scritto da prassi è stata disposta una ispezione ministeriale, che potrebbe fornire qualche elemento in più rispetto all’inchiesta giudiziaria che già è stata avviata dalla Procura.
Peraltro va detto che i fatti si sono verificati nella mattinata di giovedì 14 ma sono diventati “notizia” solo nella giornata di sabato 16.
Il commento del Ministro evidenzia un decisivo cambio di paradigma perché per la prima volta si parla apertamente di “imbarbarimento” (la sottosegretaria Paola Frassinetti si limita a parlare di “episodio di tensione”).