La decisione del Ministero dell’Istruzione di “sollecitare” le scuole a definire al più presto i propri organici dell’autonomia rischia di creare all’interno delle istituzioni scolastiche un inutile clima di conflittualità. Un assaggio di cosa potrebbe capitare fra una settimana o due lo si può avere leggendo il comunicato della Flc-Cgil: “Chiediamo ai collegi dei docenti di non esprimersi, rigettando eventuali richieste di delibere, essendo evidente la forzatura che ha solo l’obiettivo di agevolare l’iter di un disegno di legge inaccettabile e incostituzionale”.
Il rischio insomma è che lo scontro politico in atto si possa trasformare in una sorta di “braccio di ferro” fra dirigenti scolastici e organi collegiali. Quanto questo scontro possa essere utile è difficile dirlo anche se – a dire il vero – l’eventuale rifiuto dei collegi dei docenti e dei consigli di istituto di esprimere un proprio parere sulla proposta del dirigente scolastico potrebbe non essere particolarmente significativa.
Il dirigente scolastico, infatti, dopo aver convocato il collegio dei docenti e aver preso atto che il collegio stesso non intende formulare una propria proposta, può benissimo procedere autonomamente.
Il collegio, come gesto estremo di protesta, potrebbe persino deliberare di non formulare nessuna richiesta di organico ma questo vorrebbe dire di fatto rinunciare ad ottenere qualche risorsa di organico aggiuntivo. Ma i sindacati pensano davvero che questa sia una strada percorribile e soprattutto condivisa dal mondo della scuola?
Non è che, forse, lo scontro si sta spingendo troppo in avanti? Non sarebbe forse il caso di fermarsi?