Un fatto inaudito: un genitore di una alunna ha preso per il collo un suo compagno di classe di dieci anni. Tutto è accaduto, come riporta Il Corriere della Sera, all’esterno di una scuola elementare di Brescia dove si è letteralmente scatenato il terrore.
I motivi dell’aggressione, avvenuta sotto gli occhi di altri genitori, come la madre della vittima, sono ancora ignoti. L’uomo, di origine egiziana, è stato denunciato: al bambino, figlio di un suo connazionale, è stata diagnosticata una “contrattura muscolarecervicale posttraumatica in distrazione del rachide cervicale”.
Evitata vendetta personale
“Ha aggredito mio figlio, stringendogli le mani al collo e non facendolo respirare per qualche secondo. Lo stesso uomo offendeva in lingua egiziana mia moglie e la minacciava di morte”, ha fatto mettere a verbale il padre del bambino: la moglie, testimone oculare, non gli aveva detto nulla per evitare che si facesse giustizia da solo.
La vicenda è stata riportata dal Giornale di Brescia, che ha intervistato anche la mediatrice culturale intervenuta per evitare che si scatenassero vendette incrociate tra le due famiglie: “All’inizio – racconta la donna parlando del padre della vittima – mi ha detto: ‘Vado a cercarlo’, poi l’ho fatto ragionare spiegando che rischiava di buttare via i 20 anni vissuti a Brescia se avesse agito con violenza. Ha capito ed è stato molto collaborativo”.
L’uomo ha saputo quanto era successo solo un giorno dopo, quando il figlio (che resterà a casa ancora qualche giorno) non era andato a scuola perché dolorante al collo.
Genitori troppo presenti a scuola?
Ci sono troppe ingerenze da parte dei genitori nella scuola? Solo qualche giorno fa abbiamo trattato il caso della raid punitivo, organizzato da una trentina di genitori, ai danni di una docente di sostegno in una scuola di Castellammare di Stabia (Napoli).
Insulti, pugni e minacce di morte verso la malcapitata docente di sostegno durante il suo orario di servizio e ferito anche il padre della docente, che si trovava nei pressi della scuola, intervenuto per difendere la figlia.