Stanno facendo discutere il mondo della scuola e non le parole di una dirigente scolastica di un liceo di Bari nel corso dell’open day dell’istituto lo scorso 17 novembre. La preside ha attaccato la concezione, ormai sdoganata, che vede le scuole come aziende che devono cercare clienti.
Il discorso della dirigente scolastica
“Io a chi si vuole iscrivere in questa scuola devo dire la verità, non vendo detersivi e non sono sul mercato”, ha raccontato a Il Corriere della Sera. In un lungo discorso la preside ha chiarito ai genitori che “non c’entrano i social, c’entrate voi che sovrapponete i vostri desiderata alle vite dei vostri figli, educate a coltivare solo il mito del successo e del denaro, e quando sarete vecchi vi abbandoneranno in una casa di cura”.
E ancora: “Non c’è bisogno che Crepet o Galimberti ci dicano che i genitori stiano troppo affidando alla scuola una loro incapacità educativa, lo si vede dai fatti di violenza di tutti i giorni. Il body shaming verso i compagni più fragili o l’offesa verso chi prende un brutto voto, chi lo fa è un teppista nonostante i genitori della ‘Bari bene’ gradiscano questo appellativo. Qualunque scuola scegliate, imparate ad ascoltare i vostri figli e insegnate loro ad avere cura di sé e degli altri, non a inseguire solo sogni di gloria e ricchezza”.
Gramellini e l’aziendalese a scuola
Queste parole hanno sicuramente colpito il giornalista e conduttore Massimo Gramellini, che ha scritto un editoriale sempre a Il Corriere della Sera. Ecco cosa ha detto, riferendosi alla dirigente: “Il giorno in cui i presidi presentano la scuola ai genitori dei potenziali iscritti non si chiama Giorno di Presentazione ma Open Day, e forse i problemi cominciano proprio da questo aziendalese imposto persino tra i banchi. Mi stupisco che non l’abbiano ancora licenziata”.