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L’insegnante aggredita da 30 genitori è indagata: “Atto dovuto”. Lei replica: “Non verrà fuori nulla di compromettente”

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L’insegnante di sostegno che è stata aggredita da una schiera di trenta genitori inferociti è ora indagata. Si tratta, come dicono gli inquirenti, di un “atto dovuto” dopo le accuse, da parte delle mamme, di aver intrattenuto conversazioni a sfondo sessuale con gli alunni in una chat. Lo riporta NapoliToday.

La donna è ora iscritta nel registro degli indagati. Il fascicolo è stato aperto per consentire in particolare degli accertamenti sul suo cellulare, dispositivo sequestrato dopo la denuncia presentata da cinque genitori. Secondo questi, esisterebbe una chat formata dalla stessa docente e da alcuni alunni, nella quale sarebbero stati inviati audio e video con specifici riferimenti a sfondo sessuale.

“Dall’analisi del mio cellulare non verrà fuori nulla di compromettente”, ha fatto sapere tramite il suo avvocato, come scrive Il Messaggero. Ovviamente ad essere indagati sono anche i genitori che hanno organizzato la spedizione punitiva.

La chat incriminata

Come riporta Il Corriere della Sera, tutto sarebbe partito da una chat che adesso è al centro dell’inchiesta, che si chiamerebbe “La saletta” e di cui avrebbero fatto parte la professoressa e alcuni alunni, sei in tutto. Una chat in cui, a detta delle mamme, sarebbero stati postati messaggi audio con “esplicite allusioni sessuali”. 

Accuse che sono state riportate in una denuncia sporta ai Carabinieri da parte di cinque genitori. Un esposto in cui si fa riferimento, appunto, a queste presunte molestie. Un’inchiesta che marcia in parallelo con l’altra aperta per far luce sull’aggressione avvenuta.

Nella chat incriminata, a quanto pare, faceva parte anche il ragazzino che qualche giorno prima era stato sospeso a fumare e che era stato rimproverato appunto dalla stessa docente. Senza contare che qualche mese fa c’è stato l’hackeraggio dei profili social dell’insegnante. Non si esclude neppure che il contenuto della chat possa essere stato manomesso, quindi falsificato. Negli audio si sentirebbe genericamente la “voce di una donna”. Che si tratti dell’insegnante è da dimostrare. 

Il rientro a scuola delicato

Lunedì 18 novembre, nel frattempo, primo giorno di attività didattiche da quando il caso, avvenuto il 14, è stato reso noto a tutto il Paese, la dirigente scolastica ha chiamato i Carabinieri per presidiare l’ingresso a scuola. Più tardi, attorno alle 10:40, sono arrivati gli ispettori dell’ufficio scolastico regionale. All’esterno, per l’intera mattinata, sono rimaste una decina di mamme, parte delle quali erano presenti anche nel momento dell’aggressione.

All’esterno del plesso, sui cancelli, sono stati sistemati due striscioni: “Si ai docenti, no alla direzione” e “tutela per i nostri figli, solidarietà alle mamme”.

L’insegnante aggredita non si è presentata a scuola. I medici le hanno diagnosticato un grave trauma cranico dovuto al pestaggio subito. Probabilmente rinuncerà all’incarico.