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Una giovane calciatrice: “Ho litigato tutto l’anno con un prof, dovevo partire per la Nazionale e lui ha iniziato a mettermi note”

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Spesso abbiamo parlato dell’esperienza tra i banchi di vari calciatori o sportivi, già atleti con una vita molto caotica ai tempi della scuola. Riuscire a conciliare sport e scuola è facile? Alcuni ci sono riusciti, altri hanno avuto grossissime difficoltà.

Le difficoltà di una studentessa-atleta

Una giovanissima calciatrice ha parlato di questo alla community di StudenteMente, raccontando un aneddoto relativo a quanto avvenuto con un docente: “Pochi sono i professori che mi aiutano. Ho litigato tutto l’anno con questo prof che non capiva perché dovevo partire con la Nazionale”.

“Io l’ho detto comunque una settimana prima, lui ha detto che avevamo programmato l’interrogazione. Io ho risposto dicendo che la convocazione era arrivata poco prima. Così ha iniziato a mettere note, a chiamare i miei genitori”, ha aggiunto.

Niccolò Martinenghi e l’essenziale supporto della scuola

Situazione completamente diversa, giusto per fare un esempio, quella del nuotatore oro alle Olimpiadi di Parigi 2024 Nicolò Martinenghi. Il giovane si è diplomato al liceo scientifico sportivo. Ecco le sue parole del 2023 a VareseNews in merito a questo indirizzo di studi: “Credo che in Italia questo genere di scuola, oggi, sia l’unica che consenta a un ragazzo di studiare con profitto e allo stesso tempo di allenarsi e gareggiare anche in contesti di alto livello. Senza una realtà simile avrei dovuto rinunciare a qualcosa, o alla carriera nel nuoto o al diploma. Penso che per un atleta sia importante avere questo genere di serenità, di poter vestire magari la maglia della Nazionale sapendo di trovare a scuola un programma che rispetta gli impegni e permette ugualmente di affrontare verifiche ed esami. Non bisogna mai buttarsi solo su un aspetto, o solo scolastico o solo sportivo”.

Ecco le parole, a Il Bustese, dei direttori della scuola paritaria che ha frequentato: “È passato un po’ di tempo dalla sua presenza in aula ma per noi Martinenghi resta uno dei ‘nostri’ ragazzi, con cui siamo rimasti legati. Siamo strafelici di questo trionfo a Parigi e non possiamo che ricordare come la sua caratteristica, fin dai tempi della scuola, fosse quella di compiere tanti sacrifici per ottenere i risultati desiderati. Si tratta di un’attitudine che gli ha permesso di coronare tanti sogni”.

“È stato essenziale avere una struttura e degli insegnanti capaci di capire le mie esigenze di sportivo, senza però mai rinunciare a nulla nello studio – aveva spiegato all’epoca il nuotatore, come riporta Virgilio -. Qui ho vissuto gli anni più belli e spensierati, ma anche i più importanti per diventare quello che sono. Ho trovato gli amici veri, che porterò con me per tutta la vita, perché in aula si creano legami indissolubili”.

“La sveglia era puntata alle 5.30 perché un’ora dopo mi tuffavo in vasca ad allenarmi, quindi venivo a lezione e nel pomeriggio riprendevo con il nuoto. Era una faticaccia, ma l’ho sempre fatto volentieri, perché praticare sport è quello che ho sempre voluto”, questa la sua routine.