Qualche giorno fa abbiamo parlato di una novità, relativa al sistema scolastico, avanzata dalla vicepresidente della Giunta provinciale della provincia autonoma di Trento, Francesca Gerosa, ossia l’introduzione del docente facilitatore nelle scuole.
Linee guida per il benessere a scuola nell’era digitale, cosa prevedono sui compiti a casa
Nelle “Linee guida per il benessere a scuola nell’era digitale“, presentate sabato, come riporta Il Corriere della Sera, si parla anche e soprattutto di compiti per casa. Ecco uno stralcio di quanto riportato:
“Quantità di compiti: La quantità di compiti e di attività di studio assegnati deve essere ragionevole e proporzionata all’età e alle capacità degli studenti e al numero di giorni di sospensione delle lezioni, nel rispetto del tempo libero e delle esigenze familiari. I compiti devono essere coerenti con le metodologie didattiche adottate”.
Tempi di consegna: i docenti avranno cura di definire i tempi di consegna dei compiti da parte degli studenti secondo tempistiche coerenti alle attività programmate, ma comunque sempre contestuali all’ora di lezione a cui sono riferiti (e non antecedenti). A tale fine potranno essere utilizzate, laddove coerenti e compatibili, anche le tecnologie didattiche.
Programmazione coordinata: la programmazione dei compiti e delle attività didattiche, in particolare delle verifiche, deve essere coordinata tra gli insegnanti dello stesso consiglio di classe, per evitare sovraccarichi di impegni e garantire agli studenti tempi adeguati per lo studio, il riposo, la conciliazione con attività extrascolastiche e momenti di relazione.
Comunicazione delle valutazioni: le comunicazioni relative alle valutazioni potranno essere diffuse digitalmente solo dopo averle comunicate in classe agli studenti, per ottemperare alla loro finalità formativa e a quella di concorrere al miglioramento degli apprendimenti.
Comunicazione attività didattiche individuali: le indicazioni a supporto del lavoro a casa devono essere date all’interno delle ore di lezione. Qualora per la consegna dei compiti non si usi il diario cartaceo (ancorché preferibile per sviluppare l’autonomia e la responsabilità degli studenti), bensì il registro elettronico o le piattaforme digitali, il loro inserimento dovrà essere effettuato entro la fine della specifica ora di lezione o al massimo entro la fine della giornata scolastica. Lo stesso vale per eventuali materiali di supporto allo studio che necessitino di inserimento sulle piattaforme”.
“Esiste un tempo scuola e un tempo non scuola che ha diritto di essere tutelato”. È la premessa. “I ragazzi devono fare il loro dovere, ma è importante che crescano come persone anche attraverso tempi non strutturati dalla scuola dove imparano valori, attraverso lo sport, attività culturali, stando con i compagni, vivendo la famiglia e oziando, se serve”, sottolinea Gerosa. “Sono previsti anche dei monitoraggi sul rispetto delle linee guida”, dice la vicepresidente.
Ianes: “La vecchia didattica delle teste ben piene è defunta”
A dire la sua il pedagogista Dario Ianes, a L’Adige: “Sui compiti a casa la ricerca scientifica ci dice che scattano meccanismi di disuguaglianza e quindi è giusta la tendenza a ridurli.
“Il discorso sui compiti deve essere accompagnato da un cambio della didattica. A scuola si studia e nel tempo che ti rimane leggi, vai al cinema. La vecchia didattica delle teste ben piene è defunta. Ormai le informazioni le posso recuperare in maniera molto veloce. A scuola, dove passo tantissime ore, devo imparare a gestire le fonti. È il concetto di Edgar Morin: passare da una testa piena a una testa ben fatta. I docenti tradizionali tendono a riempire la testa, invece serve una testa ben fatta, creativa. È più impegnativo e il docente deve mettersi a fianco. È una didattica più attiva e partecipativa. Ma dire ‘riduco i compiti’ senza cambiare la didattica mattutina è una presa in giro”, ha aggiunto.
“Gerosa ha fatto tutta la sua prima fase di ascolto, ascoltando tutti, ma non i docenti. Ma capisco che i docenti sono una categoria rognosa: devi avere una forte disponibilità al dialogo. Eppure questa potrebbe essere un’occasione: penso al terzo settore, una nostra grande ricchezza che andrebbe coinvolta. Aprire un bel cantiere con questo mondo non sarebbe male”, queste le sue conclusioni.