In un mondo dominato dalla tecnologia e dalle competenze trasversali, ha ancora senso studiare il latino e il greco? Secondo il professor Giampiero Ruggiero, la risposta è sì, a patto di adottare un metodo innovativo. Docente in un liceo salentino, il docente ha creato un approccio didattico che punta a rendere l’apprendimento delle lingue classiche più concreto e coinvolgente per gli studenti di oggi. Il Metodo Ruggiero, monitorato dall’Università del Salento e già diffuso in diverse scuole italiane, nasce come alternativa al tradizionale metodo grammaticale-traduttivo, considerato ormai poco efficace.
Questo metodo si basa su tre principi fondamentali:
- l’uso attivo della lingua prima della riflessione teorica;
- l’apprendimento pragmatico;
- una nuova armonizzazione tra morfologia e sintassi subordinate alla conoscenza del lessico.
Come riportato dal Corriere, questo approccio privilegia l’applicazione pratica rispetto alla pura memorizzazione: i ragazzi imparano non solo le regole grammaticali, ma anche a formulare frasi semplici e funzionali. Ad esempio, nello studio del gerundio, gli studenti si esercitano con frasi come “ad scribendum calamo utor” (uso la penna per scrivere) o “ad mandendum dentibus utor” (uso i denti per masticare), assimilando lessico e grammatica attraverso attività concrete e sensoriali.