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Liceo occupato, il Collegio dei docenti del Virgilio di Roma in piazza per protesta: sarà “contro occupazione” con genitori e studenti in disaccordo

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Quando una scuola è occupata dagli studenti, seppure per motivi sacrosanti, si compie un atto che sopprime il diritto allo studio. Perché non si può impedire a degli allievi, in particolare ai più fragili e con sostegno, di fruire delle lezioni, costringendoli a rimanere a casa. Con queste motivazioni, docenti e dirigenti di uno dei licei storici romani, il Virgilio, ha deciso di prendere una decisione particolare: ha organizzato una “contro-occupazione”.

L’iniziativa si svolgerà lunedì 2 dicembre, a partire dalle ore 9.30, in piazza Santi Apostoli, a poche centinaia di metri dal liceo capitolino. Sarà una “manifestazione silenziosa”, assicurano dalla scuola. La dirigente del liceo romano ha chiesto l’autorizzazione per lo svolgimento del sit-in sia alla Questura sia al Direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio, la dottoressa Anna Paola Sabatini.

Insegnanti, personale scolastico, genitori e studenti contrari all’occupazione dell’istituto, portata avanti da gruppo di studenti il 29 novembre, protesteranno in piazza, pacificamente, per spiegare che non è questo il modo per fare valere le proprie ragioni.

La decisione dell’iniziativa collettiva contro l’occupazione della scuola – ha scritto il quotidiano Il Messaggero – è arrivata durante il Collegio dei docenti convocato con urgenza venerdì sera: la dirigente scolastica del liceo Virgilio ha quindi inviato una lettera a ragazzi e genitori per “invitarli a nome dei docenti ad un incontro pubblico”.

A porsi fortemente contro le occupazioni degli istituti è stata più volte l’Associazione nazionale presidi: l’Anp, in particolare, ha espresso “pieno dissenso per un’azione che sa di rito stanco e inconcludente, che lede il diritto allo studio della maggior parte degli studenti non aderenti e che si configura inoltre come interruzione di pubblico servizio”.

“Queste dissennate azioni di protesta – ha aggiunto l’Anp – incrinano inoltre il sereno rapporto interno alle comunità scolastiche in cui tutti gli educatori, docenti e dirigenti, cercano quotidianamente di lasciare spazio di iniziativa agli studenti, accogliendo le loro richieste con disponibilità umana, formativa e culturale, naturalmente negli ambiti di loro pertinenza”.

“Organizzare le occupazioni rivendicando generici diritti al miglioramento della scuola, ma calpestandoli con i reali comportamenti, è indice di assoluta incoerenza da parte di chi ne è organizzatore: e non solo non si producono miglioramenti, ma molto spesso si ritrovano, dopo le occupazioni, devastazione e distruzione, con necessità di spesa di decine e decine di migliaia di euro per ripristinare la situazione quo ante”, hanno concluso dall’Associazione nazionale presidi ricordando anche che in alcune scuole i danni prodotti a seguito dell’occupazione hanno abbondantemente superato i 10 mila euro.

In serata, intanto, l’Ansa ha fatto sapere che il 2 dicembre, prima della “contro occupazione” in piazza Santi Apostoli, alle 8 si svolgerà “un incontro della preside con quattro rappresentanti degli occupanti che si sono resi disponibili a dialogare con lei prima della manifestazione”.

Francesca, una studentessa del Collettivo autorganizzato del Virgilio, il gruppo che ha dato via all’occupazione, ritiene che la manifestazione silenziosa decisa dai prof del Virgilio dimostrerebbe “la mancanza di ascolto da parte della preside“. E dal canto suo fa sapere: “molti genitori non aderiranno“.

Anche una parte dei genitori non avrebbe gradito la decisione presa dal Collegio dei docenti e comunicata loro con una lettera.

“Siamo dispiaciuti – fa sapere il presidente del Comitato genitori del Virgilio, Davide Savini – perché, in un momento in cui grazie agli sforzi del comitato dei genitori il dialogo tra scuola e famiglie stava diventando più disteso e collaborativo, un’iniziativa del genere, attuata con queste modalità di i, che non nasconde come l’idea della manifestazione in programma alle 9.30 di domani abbia diviso i genitori. Una parte è molto in disaccordo perché ritiene che avvenga in spazi non consoni al dialogo interno e travalichi il mandato della dirigenza”.

C’è però poi anche “un’altra parte – conclude Savini – che è più critica nei confronti del meccanismo dell’occupazione ed è sicuramente più vicina all’iniziativa della dirigente”.