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La ministra Roccella a Palermo per presentare “l’Italia delle donne”, nato da un progetto tutto siciliano

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Ritorna in Sicilia e a Palermo la ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, per rinnovare e rilanciare  il progetto “L’Italia delle donne”, nato proprio a Naxos, alcuni anni addietro, su iniziativa della prof Fulvia Toscano (curatrice di NaxosLegge) e della scrittrice Marinela Fiume, ma col proposito originario di mettere in risalto la “Sicilia delle donne” che poi, consideratone il successo,  si è allargato alla  “Calabria delle donne”, con Mariangela Preta coordinatrice, e infine, grazie al coinvolgimento del ministero delle Pari opportunità, si è espanso a livello nazionale, da cui appunto “L’Italia delle donne”, riproposto in questi giorni a Palermo dalla ministra Roccella e  presentato al pubblico con rinnovato interesse.

L’obiettivo è stato quello di diffondere modelli femminili positivi nei vari ambiti della cultura, dell’arte, della politica, della scienza, della letteratura, del teatro. Donne per lo più scordate o ignorate del tutto ma che hanno lasciato comunque una scia di intelligenza, creatività, stimolo in funzione dello sviluppo dell’umanità nel suo insieme.

Da qui il coinvolgimento dei territori, secondo l’idea originaria, dove queste donne hanno lasciato traccia di se stesse e ska conseguente elaborazione di scritti attraverso i quali queste soggettività femminili potessero essere riprese e dunque rivalutate. Autori e autrici locali per lo più che hanno ricercato tali figure femminili e ne hanno tratteggiato l’ingegno e da cui, ultimo in ordine di tempo, è nato un bellissimo libro, curato dalla scrittrice Marinella Fiume, dal titolo “Donne di carta in Sicilia. Itinerari sulle orme delle scrittrici”, il Palindromo, 19,50€.

Un excursus suggestivo tra i profumi, i mari, gli aranceti, ma anche tra le feroci contraddizioni dell’Isola, con l’individuazione di figure femminili che hanno avuto tali legami significativi con il loro territorio e che coinvolge in ogni caso il mondo intero e l’intero universo della cultura.

Ora, con il buon viatico della ministra Roccella, dalla sguardo regionale l’interesse si è alzato con un volo ulteriore e uno studio ulteriore su tutte quelle donne dell’Italia intera che meritano di essere sottratte all’oblio e di far parte della memoria nazionale, con il coinvolgimento sempre dei territori interessati.

Recuperare la memoria di queste donne partendo proprio dai luoghi che, talvolta inconsapevolmente, la custodiscono, e che dunque rappresenta una grande opportunità, sia per gettare una nuova luce sul contributo femminile alla storia d’Italia, rendendolo visibile e riconoscibile, sia per dare nuova linfa a quegli stessi territori, che potranno così scoprire e valorizzare luoghi e percorsi finora sconosciuti.

Ora, si legge sul sito del Ministero, “I soggetti proponenti includono Regioni e Province autonome, Enti locali, Archivi di Stato, Biblioteche, Enti di ricerca e Università, invitati a presentare – con il contributo sia degli organismi di parità ove presenti (ad esempio Consigliere/i, Commissioni e Comitati di parità e pari opportunità), sia di realtà territoriali quali associazioni del terzo settore, organizzazioni sindacali, istituzioni religiose, storici locali e fondazioni – biografie di donne che si sono distinte nei campi delle lettere, delle arti teatrali e cinematografiche, e dell’impegno civico e istituzionale”.

“Che siano state artiste, letterate, scienziate o figure legate alla politica, alle istituzioni e all’economia, si tratta di donne che hanno costruito un legame profondo con le loro comunità, influenzandone in qualche modo il destino. Recuperare la memoria di queste donne dimenticate, partendo proprio dai territori che, talvolta inconsapevolmente, la custodiscono, è quindi una grande opportunità, sia per gettare una nuova luce sul contributo femminile alla storia del nostro Paese, rendendolo visibile e riconoscibile, sia per dare nuova linfa a quegli stessi territori, che potranno così scoprire e valorizzare luoghi e percorsi finora sconosciuti”.