L’ aumento delle malattie infettive sessualmente trasmesse (IST), soprattutto nelle fasce d’età giovanili,
associato al dato altrettanto in crescita dell’ età sempre più precoce di inizio dell’ attività sessuale descrive un quadro molto preoccupante della salute psicofisica della gioventù, speranza del nostro futuro sociale.
A prescindere da ogni qualsivoglia giudizio morale o moralistico, dobbiamo constatare che sempre più gli adolescenti, poco più che bambini (11-13 anni) sono bombardati da video messaggi, immagini, selfy che provocano la loro curiosità sessuale che inevitabilmente li porta ad imitare quei modelli, quegli atteggiamenti fisici, quegli atti. Le conseguenze di questo scempio del proprio corpo giungono fino al suicidio, come riportano le recenti cronache!
L’educazione DELLA sessualità (non ALLA sessualità) è dunque un’ opera fondamentale che non può risolversi in una mera informazione di “istruzioni per l’ uso”.
Nella sessualità di ciascuno infatti è in gioco la persona.
Altrimenti perché dovremmo scandalizzarci, come giustamente tutti facciamo, di fronte ad atti di stupro o di violenza carnale? I ragazzi e le ragazze dovrebbero avere la consapevolezza di questo bene enorme racchiuso nella loro personale dimensione sessuale, orientata ad un incontro con l’ altro/a non solo di tipo genitale, ma di scambio
profondo e di dono reciproco. La finalità piena di questo incontro, inscritta nella natura stessa di questa relazione di amore, è la generazione di una nuova vita.
Finalità violentemente mortificata e quasi censurata da quel “pensiero” che ha a cuore solo l’ interesse economico, nella pornografia, nella contraccezione…
Ridurre la prevenzione delle IST, come delle gravidanze, in modo così semplicistico, come intendono fare le ditte che propagandano i preservativi, appare quantomeno riduttivo. Ma, per quanto abbiamo considerato della dignità della persona giovane e giovanissima, davvero offensiva. Non possiamo accontentarci della prevenzione del ca…volo, che fa del corpo e della sessualità un “usa e getta”! La prevenzione ancora una volta, come quella che già avviene nei corsi di educazione all’ affettività nelle scuole, ridotta a “riduzione del danno” (IST e gravidanza, come fosse una malattia!).
La fragilità degli adolescenti è sempre più grande, esposti come detto a questa “ipersessualizzazione” sociale, determinata da adulti corrotti dal piacere edonistico e dal denaro!
Se poi volessimo valutare la vera efficacia del condom o preservativo maschile nel prevenire le IST, dobbiamo onestamente constatare che il loro uso, anche quello corretto, cioè secondo le istruzioni, può soltanto ridurre il rischio di trasmissione, ma non annullarlo del tutto, specialmente nei confronti del virus HIV. Comunicare pertanto ai giovani la raccomandazione, per un “sesso sicuro”, del preservativo, può ingenerare una falsa sicurezza che indurrebbe ad avere una più ampia promiscuità di rapporti sessuali e, quindi, paradossalmente, incrementare il rischio di trasmissione del virus.
Non si può dunque continuare a banalizzare la sessualità, soprattutto nei confronti dei giovani, in una delicata fase di maturazione della propria personalità! Hanno bisogno di protezione dalle idee e dai messaggi che usano violenza nei confronti delle loro coscienze innocenti. Hanno bisogno di modelli di adulti che vivono la loro sessualità con la consapevolezza del tesoro che hanno avuto in dote e del quale sono responsabili.
Soprattutto nella trasmissione della vita!
Per “ Pro-life insieme “
Dott. Albero Virgolino
Presidente dell’Associazione Ginecologi Ostetrici Cattolici