Cinquanta anni fa occupare la scuola era anche una forma di “trasgressione” ed era un modo per sottolineare la propria autonomia dalla famiglia e dalle regole convenzionali.
Tutti sapevano benissimo che la pratica della occupazione delle scuole è illegittima, e nessuno studente si sarebbe aspettata l’approvazione di parenti e genitori.
Adesso, le cose vanno diversamente e ci sono anche padri e madri che considerano le occupazioni delle scuole “pratiche costruttive” e che, talora, sottovalutano persino i danni che i ragazzi (non tutti e non sempre) provocano all’interno degli edifici scolastici.
E ci sono casi curiosi, come quello di madri (padri quasi mai) che nei giorni dell’occupazione si presentano davanti ai cancelli delle scuole per portare panini, bibite e qualche altro genere di conforto ai figli impegnati in assemblee e gruppi di studio all’interno dell’edificio.
Insomma, sembra l’occupazione della scuola non abbia neppure la funzione di segnare il distacco dalla famiglia e dalle convenzioni quotidiane.