Si infittiscono le proteste contro l’operato del Governo sull’Istruzione pubblica: sabato 7 dicembre un raggruppamento di Alleanza Verdi e Sinistra ha organizzato un presidio davanti al ministero dell’Istruzione per opporsi alle scelte del governo Meloni su scuola e università, a partire dai quasi 8 mila tagli di docenti e Ata previsti agli organici e in generale per la mancanza di risorse per l’Istruzione.
Durante il presidio hanno preso la parola anche rappresentanti sindacali di Flc-Cgil e Uil Scuola Rua e delle associazioni studentesche.
A concludere gli interventi è stato Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana e deputato di Avs: “Siamo qui a Viale Trastevere – ha detto – davanti a quella scritta che non sono ancora riusciti a cancellare: Ministero della Pubblica Istruzione. Quella parola “pubblica” mette l’istruzione al centro dell’interesse generale, a cui evidentemente la destra è allergica. Non vogliamo rassegnarci alla stagione di Valditara, che occupa temporaneamente questo Palazzo e speriamo per un tempo sempre più breve, e che ha iniziato cancellando quella parola, che ha parlato di umiliazione come categoria pedagogica, che ha sospeso chi ha espresso critiche alle sue politiche, che è riuscito ad usare parole gravi e ridicole sulla violenza alle donne. Ma l’elenco sarebbe troppo lungo”.
“L’importante è non rassegnarsi, noi – ha continuato il leader di SI – intendiamo batterci contro la rassegnazione che è il principale avversario che abbiamo davanti perché porta all’assuefazione. Ti fa pensare alla fine che sia normale avere una scuola che non funziona e non svolge il suo ruolo educativo, che sia normale che i docenti siano pagati una miseria, che sia normale avere un trasporto pubblico ridicolo o una sanità che non funziona se non ti rivolgi al privato”.
“La rassegnazione – ha detto ancora Fratoianni – ti fa pensare alla fine che possa essere normale convivere con una guerra a pochi passi da casa tua o che sia normale un genocidio di un popolo come accade a Gaza. Noi non intendiamo rassegnarci ed è per questo che continueremo a batterci in Parlamento e nelle piazze, quello di oggi pomeriggio è solo il primo appuntamento, perché vogliamo un Paese diverso”.
Sempre Fratoianni ha poi detto ai cronisti che l’attuale “manovra di bilancio fa fare passi indietro al Paese. Ma è questo governo che dovrebbe fare parecchi passi indietro sulla manovra che ha presentato”.
Poi ha detto che “quando da destra raccontano agli italiani che non ci sono i soldi li stanno prendendo in giro: i soldi ci sono, solo che li investono dove non andrebbe fatto, a partire dalle spese militari. E noi invece vorremmo meno armi e meno missili e più medici e infermieri, più insegnanti magari pagati meglio”.
“Valditara – ha aggiunto Fratoianni – è il campione di una cultura di governo che di fronte alla necessità di restituire autorevolezza ai docenti e al ruolo della scuola, rimette al centro il voto in condotta, come se tutto si risolvesse punendo di qua e di là. Invece ci sarebbe bisogno di valorizzare chi tiene in piedi questo Paese, a partire proprio dagli insegnanti. E vorremo un’istruzione gratuita per tutti e tutte, diciamo no al ridimensionamento delle classi fatto con la scure, vorremmo libri di testo gratuiti nella scuola della Repubblica”.
Infine, il deputato di Avs ha detto che il suo raggruppamento politico vorrebbe “che questo ministero tornasse a chiamarsi ministero della pubblica istruzione, perché, e lo capiscono tutti, che se parli di merito ma senza parità di condizioni, stai dicendo privilegio”.