Da un paio di giorni la redazione della nostra testata (ma anche di altre) è presa letteralmente d’assalto da un gruppo di insegnanti che si presentano come “Idonei esclusi 2023”.
In poco più di 24 ore ci sono arrivate almeno 500 mail (ma forse sono molte di più perché stiamo escludendo dal conto quelle finite nella cartella dello spam).
Il problema segnalato da questi docenti è comprensibile sotto l’aspetto umano: si tratta di insegnanti che hanno partecipato ad un concorso superandone le prove ma che non potranno essere assunti perché i posti messi a bando sono largamente inferiori al numero dei docenti considerati idonei.
Ci siano permesse però due osservazioni.
La prima: le regole del concorso, contenute anche nel DM 205 del 2023 sono abbastanza chiare e prevedono che la graduatoria sia “composta da un numero di soggetti pari, al massimo, ai posti previsti dal bando di concorso” (fatta salva la possibilità di integrazioni necessarie per sopperire alle eventuali rinunce di vincitori); inoltre va considerato che lo stesso DM, che su questo punto non fa altro che portare in applicazione una norma di legge, prevede che le graduatorie valgano un solo anno.
La seconda considerazione è questa: non sappiamo se la tecnica del “mail bombing” possa davvero servire a qualcosa, ma ciò di cui siamo assolutamente certi è che sommergere di mail le testate giornalistiche non abbia molto senso in quanto i mezzi di informazione non hanno nessun potere di intervenire sulle norme e sulla loro applicazione.
Ammesso che serva, gli interessati potrebbero fare mail bombing nei confronti dei diretti responsabili (forze politiche, Governo, Ministeri coinvolti).
Evidentemente alla nostra testata (e ad altre che si occupano di problemi di politica scolastica) viene attribuito un “potere” che in realtà è del tutto inesistente.