A margine del Convegno di formazione delle RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie), organizzato il 13 novembre 2002 dalla Gilda Insegnanti di Catania, abbiamo realizzato l’intervista che segue con l’esperto Franco Capocchioni.
D. Perché la scuola ha funzionato sempre senza la figura delle RSU ed oggi, invece, non se ne può più fare a meno?
R. Semplicemente perché, nel passato, la scuola non era vista come un’azienda. Il precedente Governo e l’attuale hanno dato alla scuola questa svolta. E’, perciò, diventato indispensabile imparare a svolgere il ruolo delle RSU nell’interesse degli insegnanti, ma in generale del personale tutto.
D. Lei tiene, in giro per l’Italia, numerosi corsi di formazione ed aggiornamento sulle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU). Secondo la sua esperienza, come crede che gli insegnanti vedono queste figure?
R. Spesso con diffidenza. A volte, sento delle considerazioni scoraggianti, nei confronti delle RSU: chi si è proposto a svolgere questo ruolo, ha poi pensato ai suoi interessi, piuttosto che a quelli della categoria. Le riserve sono ancora più forti se le RSU svolgono anche i ruoli di collaboratori della dirigenza.
D. Esiste qualche normativa che vieta il cumulo di incarichi?
R. Nessuna normativa vieta il cumulo, ma certo è difficile che la stessa persona faccia ugualmente bene gli interessi della dirigenza, e, contemporaneamente, quelli degli insegnanti e del personale.
D. In sintesi qual è il ruolo che spetta alle RSU?
R. Devono contrattare con il dirigente la gestione delle risorse umane: si pensi all’organizzazione del lavoro dei docenti e del personale ATA, dell’adeguamento degli organici del personale, della sua assegnazione ai vari ambienti di lavoro, all’assegnazione dei docenti nelle varie classi. Devono definire, con il dirigente, anche la gestione del fondo d’istituto, delle attività aggiuntive retribuite, stabilire i criteri per la fruizione dei permessi d’aggiornamento e per l’attuazione al diritto allo studio. Molto importante, e i recenti disastri lo testimoniano, che le RSU facciano rispettare le norme della sicurezza nelle scuole e si potrebbe continuare…
D. Alle RSU si richiedono capacità e competenze diverse. Quali doti particolari devono possedere queste figure e come possono aggiornarsi autonomamente?
R. Devono avere spiccate capacità relazionali. Devono sapersi confrontare con i colleghi e, con loro, mantenere un costante dialogo. Devono essere in grado di portare avanti trattative con la dirigenza in modo duttile e fermo al tempo stesso. Soprattutto, evitino di ammalarsi di protagonismo.Il successo di un buon contratto non si raggiunge urlando o battendo i pugni sul tavolo…
Per quanto riguarda l’aggiornamento, basta accedere, su internet, ai siti specializzati, cominciare a farsi un’idea delle proposte esistenti e verificare come gli altri interpretano la figura RSU: è fondamentale per un corretto espletamento della funzione.
D. Per concludere, la figura del capo d’istituto era di primus inter pares, di primo insegnante tra gli insegnanti. Il nuovo contratto gli ha attribuito il ruolo di dirigente. Pensa che sia facile, per le RSU, farsi ascoltare e ottenere la firma in calce ad un contratto d’istituto che contiene norme non scelte dal dirigente stesso o, peggio, a lui non gradite?
R. I dirigenti sono sottoposti a controlli da parte dell’Autorità regionale. Alla fine d’ogni anno è prevista la verifica sull’andamento delle relazioni sindacali (l’art.3 del CCNL 15/03/2001). In caso di abusi, il dirigente scolastico può essere trasferito o peggio licenziato.