Home Attualità Abrogazione autonomia differenziata, via libera al referendum: la decisione della Cassazione

Abrogazione autonomia differenziata, via libera al referendum: la decisione della Cassazione

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Ci sono aggiornamenti sul piano del Governo relativo all’autonomia differenziata. Come riporta Il Corriere della Sera, è notizia di oggi, la Cassazione ha dato via libera al al quesito referendario sulla abrogazione totale della legge in questione.

Cosa succede ora

La parola definitiva torna ora alla Corte Costituzionale che si riunirà a gennaio dopo aver parzialmente bocciato la legge lo scorso novembre. La Corte aveva accolto parzialmente i ricorsi delle quattro Regioni guidate dal centrosinistra (CampaniaPugliaSardegna e Toscana) che impugnavano la legge Calderoli. Da qui l’invito al Parlamento a “colmare i vuoti” che ne derivano.

L’autonomia differenziata, insomma, secondo la Corte Costituzionale, non è incostituzionale in sé, perché non contrasta con principi fondamentali come l’unità della Repubblica. Può essere anzi un’occasione di sviluppo efficiente dei criteri di sussidiarietà; ma per esserlo ha bisogno di correzioni su tutti i suoi meccanismi fondamentali.

La Corte Costituzionale fa riferimento a materie in cui “predominano le regolamentazioni dell’Unione Europea” come la politica commerciale comune, la tutela dell’ambiente, la produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia e le grandi reti di trasporto, ma anche le “norme generali sull’istruzione” che hanno una “valenza necessariamente generale ed unitaria”.

La raccolta firme

Ricordiamo che la raccolta firme per il referendum, lanciata mesi fa, in meno di dieci giorni ha raccolto oltre 600.000 adesioni, come ha detto Angelo Bonelliportavoce di Europa Verde e parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra.

“Stiamo assistendo – ha spiegato Bonelli – ad una straordinaria mobilitazione di cittadini e cittadine che non si ferma neanche in questo periodo di caldo. Vogliono difendere l’unità del paese, la sanità pubblica e la scuola nel nostro paese. Continuiamo così per preservare l’unità del nostro Paese”.

I presupposti positivi della raccolta firme, comunque, c’erano stati: già nelle prime ore di adesioni alla richiesta del referendum abrogativo erano stati in 100mila ad aderire e a rispondere alla istanze mosse in ambito politico, sindacale, associazionale e altro ancora.