In Valle d’Aosta un uomo separato dalla moglie corteggia con insistenza e per lungo tempo una delle maestre delle due figlie, la docente lo denuncia per stalking, a quel punto la questura accerta i fatti e chiede formalmente all’uomo, con tanto di ammonizione, di non proseguire con delle “molestie” che potrebbero configurare il reato di atti persecutori, inoltre invita l’uomo a rivolgersi alla psichiatria per un “percorso di recupero e stabilizzazione delle devianze riconducibili alle condotte persecutorie”. Ma il genitore si oppone e presenta ricorso al Tar della Valle d’Aosta, il quale accoglie la richiesta sostenendo che i suoi insistenti atteggiamenti sono stati tutto sommato “innocui e inoffensivi”, perché, spiega il tribunale regionale, l’uomo si era “limitato ad un corteggiamento, seppur sgradito, mai minaccioso o molesto a tal punto da creare nel destinatario” quello “stato di ansia o di timore per la propria incolumità idoneo a costringerla a cambiare le proprie abitudini di vita come richiesto dall’articolo 612-bis del codice penale”, ovvero gli atti persecutori.
Eppure, scrive l’agenzia Ansa, dall’ottobre 2022 lo spasimante – a detta della questura – avrebbe tentato “insistentemente approcci di natura sentimentale nei suoi confronti, con messaggi, lettere e regali” – come cioccolato, articoli di bigiotteria, profumi e fiori – “incurante che la donna gli abbia espresso, dapprima in maniera delicata ed implicita e poi in modo esplicito e diretto, l’assoluta mancanza di interesse al riguardo”.
Dopo essersi visto bloccato i messaggi su ‘Messenger’ e ‘Whatsapp’, l’uomo “avrebbe ostinatamente tentato di convincere conoscenti comuni ad intercedere” perché la maestra “accettasse di incontrarlo”.
La docente ha segnalato anche altri episodi: l’iscrizione nell’aprile 2023 delle due bambine presso la scuola di ballo dove insegna, gli allenamenti del papà, nel marzo scorso, nella palestra che lei stessa frequenta e uno yogurt offerto in un locale dove lui l’aveva trovata in fila. L’insegnante si sarebbe poi vista rivolgere delle domande personali da parte di una delle figlie “per conto del padre”.
Secondo il collegio giudicante “i comportamenti tenuti dal ricorrente, pur avendo potuto creare imbarazzo o fastidio” vanno “ritenuti innocui e inoffensivi, essendosi trattato di contatti diluiti nel tempo, estrinsecatisi con sporadici piccoli regali e contatti ‘a distanza’, attraverso messaggi dal contenuto sempre misurato e mai minaccioso o volgare, mentre risulta che” l’uomo “non ha mai atteso la controinteressata sotto casa”.
In difesa del papà anche l’ex moglie, che – come riportato nella sentenza – aveva scritto alla maestra: “Mi sembra davvero assurdo, distruggere una persona con questo gesto”, è un uomo “estremamente buono ed estremamente rispettoso verso le donne“.
La pronuncia del Tar valdostano fa il paio con quella del Veneto dei giorni scorsi: in questo caso il Tar ha accolto il ricorso di un uomo della provincia di Belluno destinatario di un ammonimento della questura come conseguenza di una segnalazione di suoi comportamenti nei confronti di una dipendente di un bar.