Un insegnante stimato, tecnico federale e allenatore di calcio giovanile, oggi è sotto processo per episodi di abuso dei mezzi di correzione. Il 63enne è accusato di aver rivolto commenti offensivi e umilianti verso i suoi studenti durante il periodo in cui ha insegnato educazione fisica in una scuola media in provincia di Treviso, tra il 2017 e il 2020.
Secondo quanto emerso, riportato dal Corriere, il professore avrebbe rivolto ai ragazzi epiteti come “grassone obeso, divanista, gay, fallito e handicappato“. Gli insulti avrebbero coinvolto nove studenti. In un’occasione il docente avrebbe anche colpito uno studente con una mazza da golf, accompagnando il gesto con le parole: “Io sono la violenza scesa in terra”.
Le famiglie dei ragazzi, preoccupate per le conseguenze psicologiche che tali comportamenti potrebbero aver causato, hanno sporto denuncia. L’insegnante è già stato condannato in passato a due mesi di reclusione per un reato simile. L’imputato è descritto come un insegnante burbero, aderente a un modello educativo superato che, secondo l’accusa, sfociava in comportamenti denigratori e atteggiamenti autoritari. Alcuni studenti hanno raccontato che il professore divideva la classe non solo in base alle capacità sportive, ma anche secondo un presunto quoziente intellettivo, causando divisioni e umiliazioni tra i compagni.
Durante l’udienza, gli ex studenti – oggi liceali – hanno testimoniato, raccontando episodi dolorosi che hanno segnato la loro esperienza scolastica. Un giovane ha condiviso il dolore di sentire il fratello, affetto da disabilità, oggetto di derisione indiretta da parte del docente. L’accusa sostiene che gli atteggiamenti dell’insegnante abbiano potenzialmente messo a rischio la salute mentale dei ragazzi, con conseguenze a lungo termine.