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Occupazioni, Valditara: “Il ministero sarà parte civile nei processi penali. Chi rovina una scuola deve pagare, non i cittadini”

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Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha annunciato che il dicastero di Viale Trastevere si costituirà parte civile nei processi relativi alle occupazioni scolastiche recenti, soprattutto quelle che hanno avuto luogo in un liceo di Roma e in un istituto di Pisa.

L’annuncio di Valditara

Ecco le sue parole, riportate da Il Messaggero: “I rilevanti danni cagionati nel corso di occupazioni studentesche al liceo Gullace (due milioni di euro), al liceo Virgilio (almeno 60.000 euro), entrambi di Roma, e, da ultimo, la devastazione degli istituti Pacinotti e Da Vinci di Pisa sono inaccettabili. Il Ministero chiederà di potersi costituire parte civile nei processi penali a carico dei responsabili per ottenere il risarcimento dei danni”.

“Chi rovina una scuola deve pagare per rimetterla in sesto, non devono più pagare i cittadini. Siamo davanti ad atti di mero teppismo, che nulla hanno a che vedere con la libera espressione delle opinioni e del dissenso e che compromettono anche il diritto di tutti gli altri studenti di poter studiare nella loro scuola”, sostiene Valditara.

Scontro genitori/scuola al Virgilio

È consistente la lista dei danni arrecati al liceo romano Virgilio a seguito dell’occupazione studentesca dei giorni passati durata ben 12 giorni: da una stima realizzata a seguito sopralluoghi attuati dal personale tecnico inviato dalla Città metropolitana di Roma per rimettere in sesto l’istituto superiore romano, al momento non agibile tanto che le lezioni stanno proseguendo con la didattica a distanza, serviranno non meno di 60 mila euro.

Oltre la metà della somma servirà per risanare i danni derivanti da manomissioni e sabotaggi riscontrati all’interno della scuola, oltre che per ripristinare il corretto funzionamento dell’impianto antintrusione e dell’impianto antincendio. Per effettuare tinteggiature, revisione di infissi e riprese murarie, serviranno altri 28 mila euro.

Una parte dei genitori degli studenti del liceo aveva ampiamente giustificato l’occupazione dell’istituto superiore, accusando anche il collegio dei docenti, su iniziativa della dirigente scolastica, di avere sbagliato ad organizzare il 2 dicembre una “contro occupazione” silenziosa in piazza Santi Apostoli. E la linea difensiva delle famiglie rispetto ai figli che hanno occupato la scuola stata reiterata anche nelle ultime ore.

Sempre il 2 dicembre, mentre stava per iniziare un’assemblea degli studenti occupanti insieme ai genitori, una madre avevano anche dichiarato all’Ansa: “Le occupazioni che facevamo noi erano l’opposto rispetto a quelle che fanno i ragazzi oggi. Adesso sono organizzate e costruttive, hanno l’intenzione di migliorare la scuola e il dialogo con la preside che invece si trincera dietro a un muro”.

Scuola devastata a Pisa

L’istituto tecnico commerciale di Pisa citato da Valditara è stato oggetto di vandalismo da parte degli stessi studenti, che lo hanno messo a soqquadro. Tutto è avvenuto in seguito ad un tentativo di occupazione fallito.

La dirigente scolastica è disperata: “Scala storica distrutta, l’antica macchina da scrivere nell’atrio e lì da oltre 50 anni disintegrata, uffici di presidenza e vicepresidenza devastati, scritte offensive contro i professori sui muri e scarabocchi dappertutto, banchi e sedie accatastati, armadietti rotti e macchinette dei distributori spaccate e saccheggiate di merendine e monete. E’ una distruzione totale, un vero dramma”.

“Sono danni veramente ingenti – aggiunge la preside – che ci amareggiano. La scuola sembra un campo di battaglia, devastata da una guerriglia assolutamente indecente. Ci siamo già attivati per contattare le imprese di pulizie, poi ragioneremo della ricostruzione. Intanto ho riconosciuto da alcuni video che mostrano i danneggiamenti che del gruppo fanno parte alcuni studenti del nostro istituto e ho già avvisato i loro genitori. Ovviamente sporgeremo anche denuncia ai carabinieri e prenderemo serissimi provvedimenti disciplinari. Azioni di questo genere sono inaccettabili”.