Egregio Presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella,
Mi rivolgo a Lei, con profondo rispetto, per portare alla Sua attenzione una situazione che sta creando grande preoccupazione tra migliaia di cittadini italiani, e che riguarda il concorso per l’assunzione di personale scolastico nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR 1) del 2023.
Sono uno degli idonei a questo concorso, e, nonostante aver superato tutte le prove previste con ottimi risultati e con i complimenti della commissione, ad oggi non è stata pubblicata una graduatoria di merito che permetta l’assunzione degli idonei. Questa mancanza sta causando enormi disagi, non solo dal punto di vista professionale, ma anche sul piano personale e familiare, per centinaia di lavoratori e lavoratrici della scuola. Infatti, molti di noi sono stati assunti in via provvisoria fino “ad avente diritto” e il rischio concreto è che perderemo il posto di lavoro, nonostante l’impegno e il merito che abbiamo dimostrato superando il concorso e, soprattutto ,distruggendo il miraggio di poter ottenere l’agognata assunzione di ruolo, in futuro.
Mi permetto di sottolineare che, in questo momento, il prossimo Natale per molte famiglie sarà segnato da preoccupazioni e angoscia, poiché molti di noi si trovano in una condizione di incertezza sul futuro. Abbiamo sostenuto sacrifici economici e familiari, nella speranza di una stabilizzazione, ma ora ci vediamo di nuovo incerti sul nostro destino professionale. Una situazione che non solo minaccia la nostra serenità, ma anche quella delle nostre famiglie, e che offende il principio di meritocrazia su cui dovrebbe basarsi ogni concorso pubblico.
In uno Stato di diritto, appare assolutamente incomprensibile che chi ha superato un concorso pubblico non venga trattato con il rispetto che merita, con la pubblicazione di una graduatoria chiara e che garantisca piena trasparenza. Non è accettabile che, dopo aver dimostrato le nostre capacità, ci troviamo a vivere una situazione di incertezza, con il rischio di essere esclusi dal sistema scolastico non per mancanza di merito, ma a causa di una gestione poco chiara e opaca.
Purtroppo, la situazione è ulteriormente aggravata dalla politica di scaricabarile da parte del governo, che sembra voler addossare la responsabilità all’Europa. Tuttavia, come confermato dall’Europa stessa, la decisione sulle modalità di assunzione spetta unicamente all’Italia, e non c’è alcun ostacolo da parte delle istituzioni europee. Eppure, il governo continua a rimandare, mettendo in discussione i diritti di migliaia di professionisti della scuola.
Questo “scarica barile” sulle spalle degli idonei e delle loro famiglie è inaccettabile. I nostri figli non sono “figli di un Dio minore”, e non possono essere sacrificati sull’altare di una gestione politica inefficace. Non è possibile accettare che il governo decida di indire nuovi concorsi mentre ancora non sono state completate le prove per tutte le classi di concorso. È davvero assurdo che, nonostante il merito e le conoscenze dimostrate, ci venga chiesto di ripetere un concorso esattamente uguale, sottoponendosi a spese da sostenere e a stress vario, quasi come in un gioco al lotto e per la serie “ritenta, sarai più fortunato”.
Ma che Paese è quello che chiede tutto ciò e che basa la selezione di professionisti, che dovrebbero avere determinati requisiti, su questi meccanismi?
In qualità di garante della Costituzione, Le chiedo di intervenire con urgenza per garantire la trasparenza e la correttezza del concorso pubblico. La pubblicazione della graduatoria non è solo un atto dovuto, ma un segno di giustizia e di rispetto verso chi ha partecipato, investendo tempo, energie e risorse. È un atto fondamentale per ripristinare la fiducia nella pubblica amministrazione e nel nostro sistema scolastico, per garantire quella TRASPARENZA e CORRETTEZZA , tanto decantata.
Lei non può e non deve rimanere impassibile e in silenzio dinanzi a tale ignobile ingiustizia.
Come potrò ancora entrare in aula e spiegare ai miei studenti che, nella vita, impegnarsi ripaga sempre, che bisogna credere nella giustizia e nella lotta per i propri diritti?
Glielo chiedo da cittadino italiano, da padre e da docente.
Mi consenta, parafrasando un suo predecessore, di affermare con forza “IO NON CI STO!”
Confido nel Suo intervento, che sono certo potrà restituire serenità a migliaia di idonei e alle loro famiglie, assicurando che il principio di meritocrazia venga finalmente rispettato.
Colgo l’occasione per Augurare a Lei e a tutti i suoi Cari, un sereno Natale di vero cuore.
Quel Natale sereno che purtroppo non potrà essere presente alla tavola di tantissimi di noi.
Con rispetto e fiducia,
Antonio d’Aiello